blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

martedì, settembre 19, 2006

Ripensando Mozart

Venerdì 22, Sabato 23, Domenica 24 settembre 2006, ore 21 Castello dei Principi d’Acaja di Fossano (Cn) Ingresso gratuito IN PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA ZAIDE O LA CHIAVE DELL’ILLUSIONE Un omaggio a W.A. Mozart Musica: Carlo Galante Libretto: Giuliana Olivero Direzione musicale: Nicoletta Conti Soggetto e regia: Maria Paola Viano Allestimento Scenico: Lucia Goj Con: Gennaro Cannavacciuolo, Scilla Cristiano, Silvia Regazzo Ensemble Strumentale del Conservatorio “G.F. Ghedini” di Cuneo: 1° Violino - Stefano Vagnarelli, 2° Violino - Anna Çoni, Viola - Gustavo Fioravanti, Violoncello - Dario Destefano, Contrabbasso - Michele Lipani, Saxofono - Paolo Firpo, Clarinetto Basso - Rocco Parisi, Tastiere – Massimiliano Genot, Percussioni - Nicola Campanella “Zaide o la chiave dell’illusione” è una pièce di teatro musicale ispirata all’opera mozartiana incompiuta Zaide, concepita però in chiave contemporanea. Si tratta di una produzione inedita, frutto del lavoro collettivo di un gruppo di artisti, che nel genio di Mozart hanno individuato alcuni elementi riproponibili in un contesto attuale e visionario. L’opera evoca suggestioni legate alle tecnologie e al virtuale, accanto a tematiche connesse ai conflitti presenti nel lavoro artistico e alle aspettative tradite che possono accompagnarsi ai sentimenti. L’originalità di questo progetto sta anche nella sua committenza: è stato infatti sostenuto dalla Provincia di Cuneo, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, con la Cassa di Risparmio di Fossano, con la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e con la Compagnia San Paolo di Torino, che hanno così voluto compiere una scelta culturale coraggiosa. La storia e i personaggi di Zaide o la chiave dell’illusione si richiamano all’immaginario mozartiano. La musica trae origine da un’aria dell’opera di Mozart Zaide giuntaci incompleta: il materiale musicale di questa bellissima aria, continuamente variato, disegna il personaggio di Zaide, ma in maniera più o meno palese suggestiona l’intera partitura. Il “sound” orchestrale è però decisamente contemporaneo: oltre a un più classico quintetto d’archi (usato spesso in modo tutt’altro che convenzionale), una tastiera elettrica, un sax alto, un clarinetto basso e una nutrita compagine di percussioni si incaricano di trovare colori vivaci e aggressivi, adatti a una vicenda che è al contempo surreale e malinconica, proiettata in un futuro indistinto. Il Signor Mozart è un clone specializzato nella programmazione, costretto a lavorare per la multinazionale di Soliman a un nuovo videogioco interattivo che quest’ultimo vuole lanciare sul mercato. Zaide è la donna virtuale fatta creare da Soliman per esserne la protagonista. Si è ancora in una fase sperimentale: il videogioco prevede che Zaide interagisca con chi gioca, quindi potrà apparire e comportarsi in modo diverso a seconda dei giocatori. Il Signor Mozart, anziché limitarsi a formulare gli algoritmi necessari al videogioco, cerca segretamente uno strano codice in una stringa di note, ricerca che si trasforma ben presto in ossessione. Viene minacciato da Soliman, che poi impone ad Allazim, altro clone più anziano anche lui al suo servizio, di costringerlo a tornare al proprio lavoro. Intanto, dal misterioso codice musicale – la “chiave” – il Signor Mozart fa apparire Zaide. Allazim gli spiega che deve assolutamente desistere: Zaide è un brevetto di Soliman, l’ha fatta programmare per il videogioco a sua immagine e somiglianza, è la sua creatura femminile ideale, e gli renderà molto denaro. Gli dice che lui, il Signor Mozart, non è altro che un clone, programmato per una precisa funzione, e come tale non può ribellarsi. Ma ormai il Signor Mozart considera Zaide una propria creazione, della quale si è, inevitabilmente, innamorato. Allazim e la stessa Zaide lo avvertono che da lì in avanti la realtà si farà per lui sempre più confusa, e una volta entrato nel videogioco rischierà di non poterne/volerne più uscire. Come il protagonista, anche il testo è replicante, e amalgama più registri in un gioco citazionistico. Fra parodia, kitsch e travestitismo, in un’ibridazione che rimanda a vari cliché mozartiani, la vicenda si snoda in uno scenario via via più grottesco, fino a un epilogo all’insegna del paradossale, per un lavoro che si connota soprattutto come una riflessione sull’atto creativo dell’artista. Info: Turgranda tel. 0171/697668 – fax 0171/699224 - info@turgranda.com.

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