blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

martedì, aprile 24, 2007

Un'interessante iniziativa musicale nel Museo Nazionale di strumenti antichi a Roma

"Giovedì 19 Aprile, nel piccolo ma delizioso auditorium del Museo Nazionale di strumenti antichi di Roma, ho assistito ad un’interessante serata di musica antica. Interessante per molti motivi, derivanti dalle varie sinergie che la produzione del concerto ha diligentemente saputo creare: da una parte l’Istituto Svizzero di Roma, la Soprintendenza per il Polo Museale Romano e il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali; dall’altra la Sociètè d’Orchestre de la Ville de Sion e l’Associazione Culturale Flatus. Da una parte cioè le istituzioni impegnate per il restauro a fini di studio di alcuni strumenti originali del museo, dall’altra le associazioni impegnate per il recupero di un fondo di inediti manoscritti posseduto da un importantissima famiglia svizzera del ‘700, la famiglia de Rivaz. Il tutto amalgamato dalla “Flatus Ensemble Suisse” che ha eseguito sugli strumenti appena restaurati alcune musiche del fondo musicale ritrovato: una mossa azzeccatissima! Persino la filologia, tanto diffidata per la sua inevitabile aura di noiosità e accademismo che porta con sé, è riuscita a diventare un godibile momento grazie al delicatissimo intervento iniziale della musicologa, nonché flautista nel concerto, Katia Chevrier . Gli interpreti della “Flatus Ensemble Suisse”, hanno eseguito i brani inediti di alcuni fra i più importanti compositori del ‘700 (Johann Christian Cannabich su tutti) in maniera molto rigorosa da un punto di vista filologico, ma nello stesso tempo hanno saputo creare delle sonorità vive e godibili. Come al solito, ineccepibile Enrico Casularo che ha suonato un traversiere “Grassi” del 1760, così la moglie Anne Casularo-Kirchmeier che suonava un flauto a becco “F.W. Oberlender” e uno “Schell”, copie realizzate da Francesco Livirghi. Ben amalgamato al delicato suono degli strumenti a fiato è sembrato Valerio Losito, che ha suonato su un violino originale Giuseppe Gagliano del 1790. La direzione musicale di Vito Paternoster (nella foto), che ha suonato un violoncello Paulus Castello del 1765, è apparsa totalmente attinente allo stile delle composizioni eseguite, alternando diligentemente sonorità ora languide, ora dure e scegliendo sempre i tempi giusti per rendere al meglio gli affetti di ogni singolo passaggio musicale. Questo concerto verrà ripresentato a Bari il 23 Maggio presso il Conservatorio Nicolò Piccinni con la partecipazione di allievi dello stesso istituto, i quali poi avranno l’onore di replicarlo a Sion il 27 maggio." Raimondo Lenoci

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