blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

mercoledì, luglio 11, 2007

Aspettando il Teatro Petruzzelli, dopo ben 32 anni "torna" finalmente un'opera di Richard Wagner a Bari

Aspettando la riapertura del Teatro Petruzzelli già fissata – facendo i debiti scongiuri del caso - il 6 dicembre 2008, la Fondazione omonima ha presentato ieri mattina nell’aula consiliare del Comune di Bari la nuova stagione 2007-08. Un cartellone, che come ha giustamente ricordato all’inizio della conferenza stampa il sindaco e presidente della Fondazione Petruzzelli Michele Emiliano serve “a frenare l’impazienza dell’attesa”. All’incontro di ieri c’erano oltre al sindaco, il sovrintendente Giandomenico Vaccari, l’assessore al Mediterraneo della Regione Puglia, Silvia Godelli e il vicepresidente della Provincia e della Fondazione Onofrio Sisto. Chi scrive è rimasto subito sorpreso, scorrendo l’elegante programma generale offerto alla stampa, dal titolo inaugurale della stagione lirica: la Messa da Requiem di Verdi (27 e 29 novembre 2007), che sarà diretta da Renato Palumbo. Meraviglioso capolavoro sacro in salsa “laica”, niente da dire, ma che non mi pare possa essere considerato un’opera a tutti gli effetti, come invece ha sottolineato Vaccari. Saranno pure dispute “musicologiche” abbastanza sterili, tant’è che la vera inaugurazione della stagione operistica sarà invece, almeno per quanto mi riguarda, con il “Falstaff”, la celebre commedia shakespeariana musicata nel 1893 da Verdi su libretto di Arrigo Boito, Estremo, geniale, sorprendente tassello finale della luminosa carriera del grande compositore di Busseto. L’opera che andrà in scena il 15-18-20 gennaio 2008 si avvarrà tra l’altro della regia di Roberto De Simone (un atteso ritorno a Bari, dopo l’esperienza controversa di qualche anno fa come direttore artistico dell’Ico di Bari) con la direzione di Sebastian Lang-Lessing e il grande basso Ruggero Raimondi nelle vesti del protagonista. A seguire torna al teatro Piccinni, a distanza peraltro di appena un paio d’anni, un nuovo allestimento della “Madama Butterfly” di Puccini con la regia di Daniele Abbado e la direzione di Daniel Oren (13-15-17 febbraio 2008). In aprile (2-4-6) poi per la prima volta a Bari verrà eseguito “Il Giro di vite” (The turn of the screw) di Benjamin Britten con la direzione di Jonathan Webb e la regia di Lorenzo Mariani e la “Clemenza di Tito” di Mozart, che sarà diretta da Michael Güttler, con la regia di Walter Pagliaro. A chiudere la bella stagione operistica della Fondazione barese, ci sarà poi un’autentica sorpresa, dopo 32 anni di incredibile quanto inutile attesa: un’opera di Richard Wagner, anche se in forma di concerto. Si tratta de “L’Oro del Reno”, prologo della somma Tetralogia de l’Anello del Nibelungo del Maestro di Lipsia, che prelude evidentemente, quando si sarà tornati al Petruzzelli, ad un suo logico e degno completamento con le restanti tre giornate, al quale mi risulta Vaccari (e non solo lui) tenga giustamente moltissimo. L’Oro del Reno sarà diretto dal maestro tedesco Stefan Anton Reck, già protagonista un paio di stagioni fa, come qualcuno ricorderà, di un’apprezzabile lettura dell’“Enfant et les sortileges” di Ravel e del “The Flood” di Stravinskij. La stagione però non si chiude in effetti qui. Perché superata la pausa estiva si ricollegherà idealmente nel novembre 2008 (e quindi ad appena poche settimane dalla storica riapertura del nostro amato Teatro) con un allestimento della Bohème di Puccini (di cui peraltro non sono ancora noti direttore e regista). In questa stagione di avvicinamento al Petruzzelli non mancherà poi la danza con due soli appuntamenti: Balletto Preljocaj e la Venice Baroque Orchestra diretta da Andrea Marcon con le Quattro Stagioni di Vivaldi e l’Eifman Theatre di San Pietroburgo con “Anna Karenina” uno spettacolo, creato nel 2005 e che ha attraversato con successo l’Europa proprio lo scorso anno. Quello che balza subito agli occhi è poi la corposa stagione sinfonica e cameristica che la Fondazione Petruzzelli ha programmato per l’anno a venire. Oltre infatti agli appuntamenti già noti, come quello attesissimo con la Filarmonica d’Israele e Zubin Mehta tra meno di due mesi in Fiera (in programma la Settima Sinfonia di Gustav Mahler: eseguita due giorni prima dagli stessi interpreti alla Scala di Milano) e quelli prestigiosi con la Filarmonica di Lussemburgo diretta da Krivine e Krystian Zimerman, ci saranno naturalmente i concerti dell’Orchestra della Provincia con bacchette del calibro di Renato Palumbo, Fabio Mastrangelo, Günter Neuhold e il nostro promettente Giuseppe La Malfa (quest’ultimo costituirà peraltro un significativo omaggio in memoria delle vittime del lavoro). Per tutte le altre iniziative collaterali (mostre, presentazioni, concerti) vi ragguaglierò nei prossimi mesi. Per adesso vi rimando al sito della Fondazione Petruzzelli, dove potrete trovare tutte le informazioni che desiderate, oltre ai dettagli pratici per gli abbonamenti e/o l’accesso ai singoli spettacoli. Per concludere non resta che unirsi tutti all’ “impaziente attesa” di Michele Emiliano, Giandomenico Vaccari, Onofrio Sisto e Silvia Godelli e di tutti i baresi che amano la grande musica per la prossima riapertura del Teatro Petruzzelli. Un’attesa che sarà costellata di eventi, sorprese, ritorni, ma che soprattutto è giusto che appartenga e sia sentita da tutta la cittadinanza barese, come ha perfettamente sottolineato il sindaco. Due notazioni finali: finalmente la Banca Popolare di Bari è scesa in campo per sostenere con un iniziale appoggio “esterno” la Fondazione. Si spera che ciò preluda con il ritorno al Petruzzelli ad un impegno realmente concreto anche all’interno del futuro Consiglio di amministrazione, come partecipante effettivo della Fondazione. A Milano, Firenze, Torino, Roma non mi pare che manchino i sostegni di importanti gruppi bancari e assicurativi. Tornare al Petruzzelli dopo 17 anni, se tutto andrà come deve andare, significherà anche assumersi nuove e più gravose responsabilità economiche e finanziarie di quelle attuali, anche in termini di stabilizzazioni e assunzioni di personale artistico, tecnico e amministrativo. Riempire un teatro da 2000 posti e non da 500 (come l’attuale capienza del Piccinni prevede), non sarà cosa facile. Come non sarà per nulla agevole creare un grande pubblico di giovani che corra al Petruzzelli per ascoltare (soltanto) concerti e opere liriche. Ecco perché bisognerà alimentare il profilo didattico e divulgativo attraverso le scuole, implementando la possibilità degli studenti universitari, delle scuole e dei conservatori interessati ad accedere non solo alla prova generale, ma anche (e gratuitamente) al cosiddetto “work in progress” degli allestimenti operistici e delle prove dei concerti. Per esperienza personale posso dirvi che seguire dal vivo una buona prova d’orchestra con un bravo direttore equivale, spesso e volentieri, ad assistere ad un concerto. A questo punto, non resta che darsi tutti da fare.

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