blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

venerdì, febbraio 06, 2009

Viktoria Mullova, Giuliano Carmignola e l'incontenibile gioia di "far musica insieme"

Ricordo ancora con viva emozione la prima volta che vidi ed ascoltai un concerto della violinista russa Viktoria Mullova (nella foto), ancora molto giovane oltre che di abbacinante bellezza. Ero in tarda serata davanti al televisore sintonizzato su Retequattro, mentre trasmettevano un concerto della Filarmonica della Scala diretto da Seiji Ozawa. In programma il concerto per violino e orchestra di Jean Sibelius. Fu un'esperienza sublime: cavata sicura e corposa sorretta da una tecnica di livello strepitoso. Mi colpì molto come il viso di Viktoria sembrasse scolpito nel marmo, tanto era affilato e spigoloso nei lineamenti. Mentre suonava non pareva emozionarsi o dare comunque segni di coivolgimento emotivo. Saranno passati venticinque anni (o forse di più, non ricordo), ma trovarsela di fronte, dal vivo, in duo con un bravissimo violinista italiano come Giuliano Carmignola è stato un momento davvero indimenticabile. Kursaal Santalucia di Bari stipato in ogni ordine di posti, programma non popolare, ma comunque di rara, volatile leggerezza nella prima parte, "costruita" tra la sonata vivaldiana e duetti godibilissimi di Carl Philipp Emanuel Bach, Haydn e Bartòk sciorinati con pirotecnica abilità. Alternanza di violini (e parliamo di strumenti preziosi: Stradivari e Guadagnini), gioco magico di timbri, contrappunti e fughe, affiatamento miracoloso, precisione tecnica infallibile (o quasi). Nella seconda parte ad una superba lettura della sonata in la maggiore del compositore barocco francese Jean Marie Leclair si affiancava l'interpretazione altrettanto invidiabile per aderenza espressiva, cura sublime dell'intonazione e gioia, sì proprio gioia nel far musica insieme della fantastica Sonata per due violini di Prokof'ev. Gioia che contagia e rende felice o addirittura incancellabile l'esperienza dell'ascolto di un concerto. Viktoria alla fine sorride, qualche piccola ruga trapela nell'espressione quasi sognante e delicatissima del suo bel viso. Adesso va verso la cinquantina, ha tre figli, ma resta sempre, a mio sommesso parere, una delle donne-artiste più affascinanti del mondo. Successo trionfale.

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