blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

venerdì, luglio 16, 2010

Stasera al 36° Festival della Valle d'Itria al via il progetto Opera Workshop con "Livietta e Tracollo" di Pergolesi e "Pomme d'Api" di Offenbach

Questa sera, alle 21, nell’Anfiteatro Villa Carmine, il cartellone del Festival della Valle d’Itria, sarà arricchito, da quello che d’ora in poi, costituirà un appuntamento fisso: produzioni affidate interamente a giovani talenti nella fase di avvio della carriera, stimolando la loro creatività in progetti particolarmente adatti allo scopo. Nasce così il progetto Opera Workshop, che già guarda al prossimo anno, con la nuova Accademia di perfezionamento per cantanti della Fondazione Paolo Grassi. Il Festival della Valle d’Itria intende così procedere con un significativo impegno nel campo della divulgazione del patrimonio e del genere operistico tra il pubblico dei più giovani. Per quest’anno si è deciso di cogliere l’occasione del 300° anniversario della nascita di Giovanni Battista Pergolesi per proporre un inedito accostamento di uno dei due intermezzi buffi pergolesiani, Livietta e Tracollo, di rara esecuzione, con l’opérette di Jacques Offenbach Pomme d’Api. Il singolare dittico si colloca all’interno di una rete di collaborazione tra prestigiose istituzioni musicali italiane (che lega il Festival della Valle d’Itria alla Fondazione Teatro Comunale di Bologna, alla Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, alla Fondazione Teatro Due di Parma e alla Fondazione Teatro Rossini di Lugo) a centri di alta formazione quali la Scuola dell’Opera Italiana di Bologna, l’Università IUAV di Venezia e il Progetto Sipario della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi. Al Festival della Valle d’Itria spetta la prima rappresentazione di Pommes d’Api, gustosissima piccola gemma offenbachiana, e dell’intermezzo pergolesiano Livietta e Tracollo. Il progetto è avvalorato da una tesi musicologica originale che fa risalire le origini dell’opéra comique francese proprio al genere dell’intermezzo buffo napoletano, per il tramite della versione francese del capolavoro pergolesiano, La servante maitresse, piegata agli usi e al gusto francesi (dialoghi recitati al posto dei recitativi intonati) da Pierre Baurans nel 1754. Tale progettualità si colloca compiutamente all’interno del percorso esplorato dal Festival 2010 intorno al rapporto tra parola, recitazione, canto e musica.

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