Appello per una "brutta" storia di tasse
Ricevo e pubblico il seguente appello.Mi sembra sacrosanto darsi una mossa...Che ne dite? "AIUTIAMO LA MUSICA! Gentilissimi Musicisti - Direttori artistici - Presidenti di enti, società ed associazioni musicali e culturali - Orchestre sinfoniche - Giovani Musicisti - Artisti - Consulenti di enti musicali - Appassionati di Musica e Sostenitori della Cultura in riferimento alla nota questione "aliquota IVA concerti" dal 7 novembre fino al 14 novembre prossimi è stata indetta una iniziativa nazionale a mezzo FAX per alzare l'attenzione sul caso presso il Ministero dei Beni Culturali; sono stati allertati enti, operatori musicali, musicisti in tutta Italia. Vi preghiamo di girare la presente ad operatori musicali di Vs conoscenza, in particolare della vostra Regione, ed anche a vostri amici appassionati di musica: la posta in gioco è importante! Dal 7 al 14 novembre INVIAMO TUTTI: a) un semplice FAX al Ministro On. Francesco Rutelli: al N° 06-77232287 b) una e-mail al Ministro On. Francesco Rutelli, ai seguenti indirizzi: ministro.segreteria@beniculturali.it seggab@beniculturali.it c) un telegramma, o lettera: On. Ministro Francesco Rutelli Ministero per i Beni Culturali Via del Collegio Romano 27 00186 ROMA con la seguente frase: On.le Ministro Rutelli, per evitare che il mondo della musica sia messo in ginocchio per un errore di stampa su una gazzetta ufficiale, chiediamo un Suo autorevole intervento al fine di riportare alla legalità l'aliquota IVA per gli spettacoli! decidete liberamente se firmare l'appello, indicando possibilmente il proprio ruolo (pianista, associazione, orchestra, ecc.) o inviarlo con il solo testo; se volete cambiate anche il testo, importante è che sia breve e lapidario! Storia L'appello fa riferimento alla nota questione delle aliquote IVA da applicare sulle fatture connesse e relative ai concerti vocali e strumentali. La questione è ben conosciuta presso il Ministero delle Finanze e da qualche mese anche al Ministero dei Beni Culturali. La posta in gioco non è da poco: vogliamo rinunciare al diritto di applicare l'aliquota agevolata del 10% sulle fatture relative ai concerti, diritto che la legge ci garantisce? Ormai da qualche anno non siamo solo in una fase di incertezza tributaria (quale aliquota dobbiamo applicare?) ma possiamo ben dire di illegalità diffusa: sia da parte degli operatori che, applicando l'aliquota al 10% e continuando ancora oggi a difenderne le ragioni sulla base di una corretta lettura della normativa, disattendono inevitabilmente le indicazioni, opinabili, dell'Amministrazione Finanziaria (e molti di essi sono enti finanziati dal Ministero dei Beni Culturali); sia da parte degli operatori che avendo applicato l'aliquota del 20% si accorgono o si convincono solo oggi della giustezza giuridica del'aliquota agevolata; sia soprattutto da parte dell'Amministrazione Finanziaria che pretende di far passare un'interpretazione che, comunque la si veda, va contro la lettera e la ratio della normativa IVA sugli spettacoli. Già numerose circolari AGIS (Associaz. Generale Italiana Spettacolo), inviate a tutte le attività musicali italiane (tra ottobre 2004 e luglio 2006), hanno ripercorso la corretta storia dell'iter legislativo, spiegando la svista clamorosa di un D. Lgs. ( il n. 60 del 1999) sulla quale una enigmatica frase della circolare 165/E del 2000, per nulla considerata dagli operatori del settore, diventa 4 anni dopo la base di una bizzarra interpretazione-risoluzione dell'Agenzia Entrate (la n. 83/E del 15.06.2004) che sovverte l'aliquota IVA prevista per gli spettacoli (quelli indicati nella voce 123 della Tabella C parte Terza della legge DPR 633/72, tabella si badi bene intitolata "Beni e servizi soggetti all'aliquota del 10%"), relegando solo i concerti vocali e strumentali (causa il punto e virgola del D. Lgs. del 1999!!) all'aliquota ordinaria del 20% e lasciando a tutti gli altri spettacoli compresenti nella stessa tabella la possibilità di usufruire dell'aliquota agevolata del 10%. In tal modo un'orchestra che esegue un'opera lirica gode dell'aliquota del 10% e la stessa orchestra o un'altra di eguale stato contributivo che esegue un concerto o anche la stessa opera lirica, ma in forma di concerto, deve (!) applicare l'aliquota del 20%. Visto che anche coloro che avessero in questi anni applicato il 20% non potranno chiedere il rimborso perché hanno versato all'erario le somme IVA riscosse dai clienti ( non versando di certo imposte dirette non dovute), UNIAMOCI TUTTI in questa battaglia decisiva sia per risolvere un caso di clamorosa incertezza tributaria sia per salvare l'intero settore da insopportabili ispezioni, accertamenti e sanzioni (peraltro retroattive rispetto all'unico chiarimento giunto dall'Amministrazione Finanziaria solo nel 2004) ed infine per chiedere a gran voce di ripristinare l'aliquota agevolata prevista nelle leggi ordinarie non derogate da successive circolari o decreti legislativi, in vigore fin dal 1989."
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