Buon successo per Anna Guerguel in concerto a Mola
Domenica scorsa ho avuto l’onore di presentare, su invito del maestro Piero Rotolo, direttore artistico dell’Agimus “Giovanni Padovano” nonché ottimo pianista e docente presso il Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, un concerto in quello splendido teatro-bomboniera che è il Van Westerhout di Mola, fiorente località marina ad una ventina di chilometri da Bari. In programma c’era un recital vocale dell’affascinante soprano russa (nell'aspetto più vicina ad un’algida, statuaria modella dai seducenti occhi azzurri, che a una...cantante lirica) Anna Guerguel, fresca vincitrice dell’edizione 2006 del T.I.M. (Torneo Internazionale di Musica). Nella gradevole serata musicale sono confluiti lavori di Mozart, Bellini, Rossini, Puccini, Mascagni e Dvorak, dando vita in tal modo ad un vero e proprio piccolo viaggio nella vocalità dal Settecento sino agli albori del Novecento. La trentenne Guerguel, accompagnata al pianoforte dallo stesso Piero Rotolo, possiede una voce dal timbro duttile e ben impostato. Nelle arie e romanze magari deve cercare col tempo migliorare la dizione, comunque già discreta; ma quello che conta direi – considerata la ancor giovane età - è che la Guerguel ha manifestato un’ottima disinvoltura e scioltezza anche nelle tessiture e coloriture più impervie; in un programma, tra l’altro, che accostava arie celeberrime, ad altre un po’ meno note. Apprezzabili in particolare il “Vedrai carino” dal Don Giovanni e “Deh, vieni non tardar” dalle Nozze di Figaro di Mozart. Esiti interessanti anche nelle romanze di Puccini (Sì, mi chiamano Mimì” dalla Bohème) e Mascagni (“Son pochi i fiori” dall’Amico Fritz), oltre che nelle tre ariette di Bellini e nelle due pagine rossiniane (tra cui la non agevole “Giusto Ciel” tratta dall’Assedio di Corinto). Esemplare, infine, è parsa la sua prova nel “Rusalkas lied and en mond” tratta dalla Rusalka di Dvorak, che a Mola era probabilmente in prima esecuzione assoluta. Alla buona riuscita della serata ha offerto il suo significativo contributo anche Piero Rotolo, che ha seguito con certosina precisione e adeguato trasporto le evoluzioni vocali della cantante russa. Successo caloroso e richieste di bis subito accontentate con l’esecuzione della celebre romanza “O mio babbino caro”, tratta dal “Gianni Schicchi” di Puccini.
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