La Schéhérazade di Nikolaj Rimskij-Korsakov con l'ICO di Bari diretta da Nicola Paszkowski
Sarà l’Auditorium del Parco culturale dell’Istituto Di Cagno Abbrescia, in corso Alcide De Gasperi 320 a Bari, ad ospitare il prossimo concerto dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, diretto dal maestro Nicola Paszkowski (nella foto), che si svolgerà domani 14 luglio alle ore 21.00 (biglietti saranno in vendita la sera del concerto presso l’Istituto Di Cagno Abbrescia. Info: 080.5412302 – 291. Lun. – Ven.: ore 8.30 – 14. Mar.: ore 15 – 18). La serata si apre con l’esecuzione della celebre “Scheherazade”, suite sinfonica op. 35 di Nicolai Rimsky Korsakov (1844 – 1908). Immediatamente successiva al Capriccio Spagnolo, questa suite fu composta tra il febbraio e il luglio del 1888 e venne eseguita per la prima volta a San Pietroburgo un anno più tardi. Opera decisamente tra le più popolari del suo autore, Scheherazade è sicuramente uno dei maggiori affreschi “orientali” di tutta la musica del XIX secolo e trae la sua ispirazione da alcuni dei racconti de “Le mille e una notte”. Sarà poi la volta della “Marcia ungherese” di Hector Berlioz (1803 – 1869). Nota anche come “Marcia di Rakoczy”, questa pagina viene normalmente attribuita tanto a Liszt, quanto a Berlioz, sebbene in realtà sia di origine incerta, almeno per quanto concerne la sua prima stesura. La composizione porta il nome di Ferenc II Rakoczy, il principe che guidò la rivoluzione ungherese fra il 1703 e il 1711. Secondo Bela Bartok, che ebbe a studiarla approfonditamente, i suoi caratteri indurrebbero a pensare che sia stata composta durante le campagne napoleoniche sulla base di antiche melodie attribuibili al violinista zigano Mihaly Barna, cameriere del principe Rakoczy. Sta di fatto che, nel 1809, la melodia di questa marcia fu impiegata dal reggimento Esterhazy durante la guerra contro Napoleone e fu quindi “ribattezzata” in omaggio al principe. Poi, rimase negletta sino al 1838, quando Franz Liszt prese ad eseguirla in concerto sino a farla diventare parte integrante della sua Rapsodia n. 15. La sua definitiva celebrità si deve però ad Hector Berlioz che, dopo averla trascritta per orchestra nel 1846, la utilizzò nel suo “La dannazione di Faust”, ambientando parte della narrazione in Ungheria, pur di giustificarne l'impiego.
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