blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

mercoledì, marzo 12, 2008

Sarà "Via Crucis" o "Via Lucis" per l'ICO di Bari?

Polemiche, veleni, ultimatum, ricatti, scontri tra vertici istituzionali e partiti politici e…chi più ne ha più ne metta: per il Teatro Petruzzelli, a distanza di diciassette anni dal tragico rogo che lo distrusse e a meno di nove mesi dall’agognata riapertura, non c’è proprio pace. Una situazione che continua a far scintille, legata com’è anche al futuro dell’Orchestra Sinfonica della Provincia che dovrebbe - stando alle ultime determinazioni da avallare definitivamente nel prossimo CdA, previsto per il 20 marzo, dell'omonima Fondazione – diventare a tutti gli effetti la compagine stabile del Teatro. E proprio ieri mattina nel foyer del Piccinni si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della stagione 2008 dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari. Presenti Vincenzo Divella, presidente della Provincia di Bari, Marco Renzi, direttore artistico dell’Orchestra e Giandomenico Vaccari, Sovrintendente della Fondazione Petruzzelli. Conferenza stampa subito “incendiata” dalle parole di fuoco di Divella: “Ad inaugurare il Petruzzelli ci deve essere l’orchestra della Provincia, magari diretta da Riccardo Muti, e senza ulteriori tentennamenti essa deve diventarne l’orchestra stabile, altrimenti la Provincia è anche pronta ad uscire dalla Fondazione.” Divella ha richiesto pubblicamente e con forza sia alla Regione Puglia che al Comune di Bari che s’impegnino annualmente a finanziare la Sinfonica barese con un milione e mezzo di euro a testa, “così come già fa la Provincia – ha proseguito il presidente - che sostiene una spesa di un milione e duecentomila euro, di cui solo trecentomila ci vengono poi restituiti dalla Regione Puglia.” A dividere Provincia, Comune e Regione, ancora in polemica su questo delicato punto, è proprio il futuro della Sinfonica, in cui poco più di cinquanta professori d’orchestra furono dalla precedente giunta provinciale di centro-sinistra, presieduta da Marcello Vernola, inquadrati con contratto a tempo indeterminato. Ora dopo la presentazione nel CdA della Fondazione Petruzzelli della pianta organica necessaria (219 unità, di cui ben 84 orchestrali, 60 artisti del coro, 37 addetti all’area tecnica, 23 dell’area amministrativa e 15 dell’area artistica) per il nuovo Teatro barese, sono logicamente scoppiate polemiche a tutti i livelli. Non ultimo, l’attacco sferrato sulle colonne della Gazzetta e del Corriere del Mezzogiorno da Antonio Fuiano (Cgil-Slc) nei confronti dell’assessore Silvia Godelli (Regione Puglia) colpevole di elargire fior di quattrini per festival estivi della durata di un mese (tra cui il Valle D’Itria e quello salentino della “Taranta” a Melpignano) e altre piccole manifestazioni, lasciando il (sic) risibile importo di 300 mila euro all’anno, quale contributo per le casse della Fondazione Petruzzelli. Naturalmente è poi arrivata la ferma risposta sulla Gazzetta del Mezzogiorno di Silvia Godelli che ha respinto al mittente i rilievi di Fuiano, mettendo poi altra carne al fuoco di una "battaglia" che puzza, non poco, di campagna elettorale in corso. Ieri, Fuiano era presente all’incontro con i giornalisti e ha dichiarato a chiare lettere la ferma intenzione della Cgil di far confluire l’Orchestra della Provincia nell’Orchestra della Fondazione Petruzzelli di prossima costituzione. Vaccari ha ribadito, dal canto suo, la disponibilità affinchè la Sinfonica di Bari entri compatta e a pieno titolo nei ranghi della Fondazione. Insomma, un clima davvero poco sereno. Chi mi legge da tempo sa bene ciò che penso dell’Orchestra Sinfonica di Bari, l’ho scritto e ripetuto più volte, sia sul Corriere del Mezzogiorno, sia in questo blog. Preferisco, invece, soffermarmi su quella che dovrebbe dunque essere - dando per scontato l’assorbimento dell’Orchestra della Provincia, allo scoccare peraltro dei suoi “primi quarant’anni”, all’interno della pianta organica della Fondazione Petruzzelli – la sua ultima stagione sinfonica. Trentanove produzioni avviate nel gennaio scorso dal significativo concerto diretto da Gabriele Ferro all’Auditorium della Guardia di Finanza e che vedranno già domani un nuovo interessante appuntamento con un concerto pasquale nella Cattedrale di Bari (alle 20.30); si tratta di “Via Crucis, Via Lucis”, collaudata rappresentazione sacra con protagonista la bellissima "voce recitante" di Claudia Koll (nella foto) e replica venerdì 14 marzo (alle 20.30) presso la Chiesa sei Santi Pietro e Paolo di Gravina di Puglia in memoria dei poveri fratellini Ciccio e Tore tragicamente scomparsi. Va detto, inoltre, che da oltre quattro anni all’orchestra barese manca un direttore musicale stabile (l’ultimo fu il maestro belga Walter Proost) e si sono alternati in quest’ultimo periodo alla sua guida solo direttori ospiti, tra cui ricordo Bruno Aprea, Donato Renzetti e il nostro Vito Clemente. Una grave carenza che non ha permesso, oltre all’assenza negli ultimi tre lustri di una sala da concerto degna di tal nome, di continuare il processo di crescita qualitativa dell’Ico barese avviato nel 2001 con la direzione artistica di Roberto De Simone e appunto quella musicale di Proost. La stagione di quest’anno avrà certo nel suo tracciato artisti di calibro nazionale e internazionale, accanto a validi musicisti locali che da tempo collaborano con la compagine sinfonica barese, oltre agli immancabili e graditissimi ritorni. Quello che invece lascia in chi scrive non poche perplessità è l’ostinazione del maestro Renzi di proporre da alcuni anni serate con pur rispettabili cantanti pop e cantautori di vario genere (da Lucio Dalla a Sergio Cammariere, da Fabio Concato a Mario Rosini e ai Quarrymen) accanto a buoni concerti sinfonici di musica classica e contemporanea. Certo, come afferma lo stesso Renzi il successo di queste serate diciamo pure più “leggere” è garantito dall’affluenza enorme di pubblico pagante. E Dio solo sa quanto ci sia bisogno di far quadrare i conti… D’accordo su tutto, ma non si scorge però, caro maestro Renzi, alla fine della lettura del programma generale dell’ICO barese un coerente comune denominatore che colleghi validamente le numerose produzioni qui proposte. Si è invece di fronte ad una variegatissima e probabilmente saporitissima insalata mista, dove c’è però di tutto di più. Per i quarant’anni dell’Orchestra e trattandosi (così pare almeno) dell’ultima stagione sinfonica di quest’Orchestra (partita storicamente negli Anni Cinquanta come Orchestra della Fondazione Piccinni e poi assorbita nel 1968 dall’Amministrazione Provinciale di Bari, grazie a Vitantonio Barbanente, Nino Rota, lo stesso Gabriele Ferro e ad altre indimenticate e indimenticabili figure artistiche) mi sarei francamente aspettato di più.
Dal 2009 spero solo che il timido baco da seta di oggi possa finalmente trasformarsi, anche grazie all’aria buona della Fondazione Petruzzelli, in una splendida, coloratissima farfalla.

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