blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

mercoledì, maggio 21, 2008

Maria Grazia Pani e il coraggio di cantare Wagner

Nell’ambito del cosiddetto “Progetto Wagner” che la Fondazione lirico sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari avvierà ufficialmente il 1° e 3 giugno 2008 con l’esecuzione in forma di concerto al Teatro Piccinni dell’“Oro del Reno”, prologo del monumentale ciclo dell’“Anello del Nibelungo (Ring des Nibelungen)” wagneriano, sono stati saggiamente programmati una serie di appuntamenti culturali e musicali propedeutici al complesso ascolto di questo capolavoro assoluto della storia del teatro musicale di ogni tempo. Da quello del 26 marzo scorso con protagonista l’ottimo pianista, di scuola napoletana o meglio “vitaliana” (nel senso di allievo dello straordinario Maestro Vincenzo Vitale) Francesco Nicolosi, che si esibì felicemente in alcune parafrasi pianistiche di opere belliniane e wagneriane, sino alla conferenza del noto compositore e musicologo francese Hugues Dufourt (23 aprile) e alla prossima, anch’essa molto attesa del musicologo e critico torinese Enzo Restagno (27 maggio). Ieri sera, altra tappa significativa di questo graduale percorso di avvicinamento al Ring con il concerto wagneriano in San Nicola del soprano Maria Grazia Pani e della pianista Barbara Rinero, impegnate in alcune tra le pagine più intense e appassionanti della produzione del sommo Richard: dalla splendida “Preghiera di Elisabeth” tratta dal Tannhäuser, agli amorosi e quanto laceranti Wesendonck-Lieder sino al metafisico “Sogno di Elsa” dal Lohengrin e per concludere (in bellezza) alla celebre “Morte di Isotta” dal Tristan und Isolde. Ci vuole una forte dose di coraggio e direi anche un pizzico di sana follia per cimentarsi in queste ardue pagine liriche, facendolo poi - va detto - in una sede acusticamente inappropriata come la Basilica di San Nicola. D'altro canto, sono anche pochissime le artiste italiane capaci di cantare e bene Wagner. E la Pani e tra queste. Basti pensare anche al solo fatto di aver raggiunto quale unica italiana, la finale al 5° Concorso Internazionale per Voci Wagneriane svoltosi tra Bayreuth e Venezia nel 2006. Conosco Maria Grazia da tempo e ho seguito da vicino e apprezzato in questi anni gli sforzi del suo ricchissimo e poliedrico percorso d’artista. Il suo è un talento che nasce dalla profonda passione che nutre per il teatro musicale (e non) in tutte le sue forme. Quando canta Wagner non sarà certo accostabile alle mitiche Kirsten Flagstad e Birgit Nilsson, ma possiede un suo modo personale e seducente di porgere il fraseggio dell’infinito canto wagneriano. In certi passaggi (penso alla preghiera di Elisabeth) lo sa fare poi in modo emozionante. E’ già tanto. Lo studio e l’approfondimento costante della musica wagneriana la porteranno (lo spero per lei) presto ad affrontare in teatro un’opera del grande compositore tedesco. Nel frattempo però si gode il convincente successo di ieri, condiviso con la pianista Barbara Rinero, che l’ha saputa seguire nel breve ma intenso viaggio musicale con encomiabile sensibilità.

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