blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

lunedì, maggio 19, 2008

Alle preziose romanze senza parole di Andrea Padova manca solo la...voce

Fondata nel 1988 l’etichetta milanese Stradivarius si è imposta all’attenzione del mercato discografico internazionale specializzandosi in incisioni di musica rinascimentale, barocca e contemporanea. Nei due cd (“Landscape in motion” e “Notes posted on the refrigerator”) che nell’arco di un anno il bravo pianista e compositore salentino Andrea Padova (nella foto) ha scritto, eseguito ed inciso con codesta prestigiosa casa discografica ci troviamo di fronte ad una serie di “romanze senza parole”, “preludi”, “studi”, “notturni”, “fantasie”, “soliloqui musicali” che possono senz'altro accendere la curiosità ed il sentimento di chi li ascolta. Ci sarebbe da chiedersi: ma è o non è musica classica-colta-contemporanea? O piuttosto siamo nel cosiddetto "mare magnum” della cosiddetta musica di confine (un po’ classica e un po’ jazzata) senza più i tanto discussi “steccati” tra generi, ma solo con la semplicistica distinzione - così in voga oggi - tra buona e cattiva musica. Dal mio punto di vista non mi porrei tutte queste sterili domande. Padova è un eccellente interprete di musica classica e romantica e questo direi che è un dato indiscutibile. In questi due cd egli si lascia trasportare invece da un humus creativo, da una sincera vena ispiratrice che prima incuriosisce e poi può conquistare. Una vena che certo naviga tra i marosi fluttuanti e un po' scontati (in quanto oggi molto, troppo praticati) del post-minimalismo e del neo-romanticismo (dall’accorsatissimo Michael Nyman ai nostri Ludovico Einaudi, Giovanni Sollima e Giovanni Allevi) o strizza l'occhio a pianisti-compositori americani del calibro di Keith Jarrett. All’accattivante bellezza melodica, sorretta peraltro da una solida veste armonica, di questi “Songs without words” (come si potrebbero correttamente intitolare questi schizzi pianistici) non sarebbe però una cattiva idea accostare il contributo di una voce (magari femminile) e di un testo, già presente peraltro nel secondo cd “Notes posted on the refrigerator”. Se dovessi suggerire a Padova il nome di una lanciatissima e secondo me assai dotata giovane cantante-compositrice italiana con cui collaborare in futuro, creando nuove e ancor più coinvolgenti suggestioni, non esiterei, per esempio, a fargli quello della bolognese Cristina Zavalloni.

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