blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

venerdì, novembre 21, 2008

Donn'amor: un viaggio sonoro alla riscoperta del tempo perduto

In un tempo, come quello che viviamo, in cui il rumore ci domina, lo stress ci aspetta come un imbattibile nemico dietro ogni angolo e non riusciamo quasi mai durante la giornata a ritrovare il sapore delle cose più belle, autentiche e genuine, può venirci in soccorso la musica; quella barocca, in particolare, che con le sue linee melodiche ancora semplici, eleganti e al contempo essenziali, ci riporta magicamente in un mondo lontano anni-luce dal nostro e anche per questo ricco di suggestioni emotive incomparabili. Tra le mani ho un compact disc appena uscito per l’etichetta “Digressione conteplAttiva” con la produzione artistica di Girolamo Samarelli dall’ammiccante titolo: “Donn’amor – Omaggio al nome di donna”. Si tratta di un progetto sonoro dedicato alla cosiddetta monodia accompagnata che visse il suo periodo più fulgido tra la metà del Cinquecento e la fine del Seicento. Autori dell’originale progetto musicale gli interpreti, in primis, Giovanna Carone (canto, nella foto), Rosario Conte (tiorba e chitarra barocca) e Pippo “Ark” d’Ambrosio (campane tibetane, gong birmani, tar, riqq). Il “viaggio" sonoro che questi tre eccellenti artisti ci propongono conosce anche le sue intelligenti connotazioni pugliesi: basti pensare al foggiano Enrico Radesca che apre gli ascolti con una godibile canzonetta “Apertamente dicea la gente” (1601), per proseguire poi con la toccante “Vorrei baciarti, o Filli” (1629) del palermitano Sigismondo d’India e la splendida aria “O mio cor, dolce mia vita” (1630) del noto compositore ferrarese Girolamo Frescobaldi e concludersi con la gioiosa "Tarantella del Gargano". A intervallare i canti d’amore, ora lieti, ora melanconici, vengono sapientemente inseriti brani strumentali per tiorba o chitarra barocca offerti con sensibilità e bravura da Rosario Conte. Il pregevole cd, incentrato sugli affetti e le emozioni nella monodia italiana del Seicento, è interpretato con aderenza stilistica impeccabile dalla cantante Giovanna Carone, già protagonista dell’ensemble vocale “Palazzo Incantato” diretto dal marito Sergio Lella.
Mi piace poi sottolineare gli interventi sempre puntualissimi e mai soverchianti del percussionista Pippo Ark D’Ambrosio. La registrazione è di ottima qualità, mentre nel booklet quale ausilio indispensabile per l’ascoltatore inesperto, ci sono le esaustive note del critico Fiorella Sassanelli. Il compact sarà presentato dal musicologo Dinko Fabris il prossimo 25 novembre (ore 18.00) a Bari presso Casa Giannini. Se potete, non mancate.

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