La Puglia musicale dei giovani chiede attenzione, rispetto e lavoro
Vivaldi, Piazzolla, Mendelssohn, Pavel Haas, Gideon Klein: questi i musicisti che in appena 48 ore hanno riempito due serate di musica in compagnia dell’EurOrchestra e del Collegium Musicum. Due concerti, uno lunedì scorso, l’altro il martedì successivo, che hanno di fatto confermato come Bari disponga di ensemble strumentali di tutto rispetto, oltre che di giovani e meritevoli talenti: leggi il violinista Michelangelo Lentini, brillante interprete delle “Otto stagioni” (le quattro di Vivaldi più quelle del tranese-argentino Astor Piazzola) con l’EurOrchestra diretta dal bravo Roberto Gianola, e il tredicenne ragazzino “terribile” proveniente da Altamura, Leonardo Colafelice, aspirante pianista-virtuoso, allievo di un "certo" Pasquale Iannone, che ha lasciato tutti letteralmente a bocca aperta al Kursaal Santalucia durante la sua strepitosa (considerata l’età) performance nel concerto in la minore per pianoforte e archi di Mendelssohn con il Collegium Musicum diretto da Rino Marrone. La Puglia si conferma dunque terra di talenti musicali, taluni indiscussi. Non vi nacquero invano nei secoli scorsi Niccolò Piccinni (Bari), Leonardo Leo (San Vito dei Normanni - BR), Saverio Mercadante (Altamura - BA), Giovanni Paisiello (Taranto), Tommaso Traetta (Bitonto – BA), Umberto Giordano (Foggia), i fratelli Broschi di Andria (uno dei due, Carlo, celeberrimo cantante castrato, fu detto il Farinelli e spopolò nei teatri di mezza Europa), Tito Schipa (Lecce) e tanti, tanti altri ancora.
La musica scorre nelle vene del nostro popolo e sarebbe il caso, che pur peccando di un pizzico di sciovinismo, la carta stampata locale lo sottolineasse maggiormente e soprattutto con legittimo entusiasmo.
Da alcune settimane, per esempio, sto sperimentando sulla mia pelle cosa voglia dire partecipare ad un real social network su Facebook. Ho ritrovato molti vecchi amici, ne ho conosciuti di nuovi (soprattutto in ambito musicale). Negli amici musicisti pugliesi, nuovi e ritrovati, ho però trovato ben poca voglia di sorridere. La storia del Petruzzelli ancora chiuso, nonostante sia pronto da due mesi, la poca voglia di costruire insieme un futuro qui, la convinzione che per un violinista o un violoncellista, un oboista, un flautista, pur bravi, ma non raccomandati a dovere, non ci sia spazio per lavorare qui con un compenso e una posizione economica dignitosa.
Cosa diciamo allora alle “nuove leve” musicali? Emigrate, sarete più fortunati altrove? A Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna vi accoglieranno a braccia aperte? L’altro ieri ci ha lasciati il cantante Mino Reitano, calabrese, uomo del sud, un grande, sincero sorriso negli occhi, un carattere, una forza straordinari dentro di sé. Ecco penso che da persone come Reitano, un uomo che si è costruito da sé, con tanta gavetta e tanti sacrifici, valigia di cartone in mano e faticose, grintose “pedalate” nei palcoscenici (dai più piccoli ai più celebri) di tutto il mondo, dovremmo tutti prendere esempio.
Il piagnisteo meridionalista dell’uomo triste e infelice perché non compreso dalla sua terra, o peggio ancora, perchè vittima predestinata di una politica arrogante e clientelare che regala solo illusioni ma non paga, o perlomeno non paga che pochi fortunati, non serve più. E’ davvero giunto il momento di rimboccarsi sul serio le maniche e passare ai fatti. Il futuro è...adesso.
1 Commenti:
Bravissimo Romanelli, trovo le tue considerazioni molto sensate!
6:44 AM
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page