"Le Molière imaginaire" di Teresa Ludovico in scena da stasera al Piccinni di Bari
Debutta questa sera al Teatro Piccinni di Bari, la nuova produzione del Teatro Kismet OperA "Il malato immaginario ovvero Le Molière imaginaire" di Teresa Ludovico (repliche fino a domenica 15, sempre alle 21, tranne domenica, alle 18.00, infotel: 080.521.24.84). Riscrittura originale, con le scene e le luci curate dal Premio Ubu Vincent Longuemare e con la consulenza musicale dei maestro Nicola Scardicchio e Leonardo Smaldone, lo spettacolo vede protagonisti in scena Augusto Masiello, Marco Manchisi, Serena Brindisi, Ilaria Cangialosi, Michele Cipriani, Andrea Fazzari e Daniele Lasorsa. Con loro in scena ad arricchire il tutto con le musiche eseguite dal vivo, i maestri Michele Di Lallo (fagotto) e Cosimo Castellano (pianoforte). Componente importante nell’allestimento del Kismet, la musica appartiene a Nino Rota autore tra il ’76 e il ’78 per il coreografo Maurice Béjart della suite "Le Molière imaginaire", che torna quindi nello spettacolo del Kismet dando vita a un dialogo “immaginario” proprio fra Rota e Molière. Tra fedeltà al testo originale, invenzioni registiche, ironia e sarcasmo, lo spettacolo sposta l’ambientazione dalla Francia del ‘600 a una casa del Sud Italia, in un bianco e nero da pellicola neorealista, disegnando un Argante (il protagonista, qui interpretato da Augusto Masiello) che “ha molto in comune con lo stesso Molière” spiega la regista. “Molière e Argante hanno un punto in comune: l’immaginazione. Entrambi possono vivere solo a condizione di immaginare. Argante ha bisogno di immaginare la malattia per sfuggire alla vita, sollevandosi da una quotidianità che pullula intorno. E’ vittima e carnefice di sé, del suo male di vivere, dei medici e così sacrifica il bene di sua figlia al suo interesse. Non è un brav’uomo. Si occupa di sé, esclusivamente della sua malattia, lo fa per non vivere e in questa sua distorsione si presenta come personaggio molto attuale” specifica la Ludovico.
Col suo personaggio, a smorzarlo, Tonietta la serva e una maschera di Pulcinella (entrambi i ruoli sono affidati a Marco Manchisi), incarnazione entrambe di quell’anima popolare, beffarda, liquida, che pervade tutta l’opera di Molière.
Spettacolo fortemente “corale”, Il malato immaginario ovvero Le Molière imaginaire vuol essere un omaggio al “popolo del teatro” e vuol proporsi nella misura di un “lavoro collettivo” come tiene a notare Augusto Masiello, “un lavoro che è un progetto culturale”.
E circa le collaborazioni, lo spettacolo si avvale dei costumi di Luigi Spezzacatene, della consulenza per il movimento di Giorgio Rossi e dell’adattamento in lingua napoletana dello stesso Marco Manchisi.
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