Convincente successo per il wagneriano Siegfried al Petruzzelli
Una favola dell'avventura umana, l'iniziazione alla vita di un giovinetto (Siegfried), senza genitori, cresciuto e temprato da un nano (Mime) e dalle insidie quotidiane della foresta. Una sorta di Mowgli contestualizzato nella mitologia nibelunga, ma attualizzato da Walter Pagliaro in una soluzione scenica nuova ed originale. Il viaggio di Sigfrido si compie attraverso cinque prove: il riforgiare, mettendone insieme i frammenti, la spada Nothung appartenuta al padre Siegmund, l'uccisione del drago nella foresta, la conoscenza del linguaggio degli uccelli, lo scontro con la figura del Viandante (il Wotan-Zeus umanizzato rispetto ai precedenti capitoli della tetralogia: "Rheingold" e "Die Walkure"), il superamento del fuoco che avvolge il mausoleo su cui riposa Brunilde e dunque la conquista dell'amore e al contempo la coscienza di quella paura che fino a quel momento il giovane Sigfrido non aveva ancora provato, nemmeno affrontando il drago. Simbologie religiose, filosofiche, sessuali che Pagliaro sintetizza incorniciandole in una ambiziosa metafora: il teatro di oggi, diroccato di fatto dalla cecità e sordità della politica, che aspetta il momento del riscatto e della rinascita. Ed infatti questo Siegfried si svolge sulla scena all'interno di un teatro, con una sapiente scenografia a più livelli (Luigi Perego), un uso suggestivo delle luci (Gigi Saccomandi); belli i costumi modernamente eccentrici, coinvolgenti le coreografie di Daniela Schiavone. Una chiave di lettura che può lasciare interdetti, ma che possiede una sua coerenza e continuità narrativa anche rispetto alla precedente Walkiria, allestita felicemente nello spazio 7 della Fiera del Levante lo scorso anno, pur in oggettivamente precarie condizioni di emergenza. Le note più liete e sorprendenti dell'allestimento barese giungono soprattutto dalla splendida direzione musicale di Stefan Anton Reck e dalla prova maiuscola dell'Orchestra della Fondazione Petruzzelli, sempre attenta e concentrata durante le quasi quattro ore di musica dell'opera wagneriana. Omogeneo e ben assortito (formato com'è da specialisti del teatro musicale tedesco) il cast vocale, in cui segnaliamo in particolare le prove del Siegfried - sicuro negli accenti e squillante nel timbro - di Scott Macallister, l'eccellente Mime di Matthias Wohlbrecht e il magnifico Wotan di Thomas Gazheli. Alla fine successo convincente, e a tratti entusiastico, di pubblico per questa prima volta al Petruzzelli del Siegfried.
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