blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

lunedì, marzo 05, 2007

Il boom della musica classica in Italia: sogno o realtà?

“Nessuno ne parla e solo gli intenditori lo confermano. Ma la sorpresa c’è. La musica classica è tornata di moda. Annaspando tra Sanremo e il Grande Fratello, il pubblico ha deciso che vuole altro. Che sia il piacere di recarsi ad un concerto o comprare una collezione di qualche grande musicista fa poca differenza. Fioriscono le associazioni di melomani e i viaggi musicali all’insegna del classico. Maurizio Pollini e Claudio Abbado sono i nuovi idoli. Dopo essere stati relegati nella categoria per “amatori” hanno sfondato (…)”. Quando ho letto il titolone a piena pagina (Stregati dalla musica. Classica”) sul quotidiano la Repubblica di venerdì 2 marzo 2007, lo confesso, mi sembrava di sognare. Era proprio così sicura la collega e autrice del pezzo, Irene Maria Scalise, che la Classica avesse con agili falcate rimontato sul Pop, sul Rock, sulla Leggera, su Sanremo? Poco sotto l'articolo d’apertura a sei colonne, in taglio basso, c'è spazio anche per un bel commento firmato dal celebre violinista torinese (ma napoletano d’adozione) Salvatore Accardo a dir poco entusiasta della partecipazione giovanile ai suoi più recenti concerti italiani. Poi aggiunge: “Di recente sono stato in Venezuela partecipando con concerti e master-class al miracoloso sistema venezuelano di didattica musicale rivolto ai giovani e ai bambini. E’ un progetto educativo sostenuto dallo Stato e diffuso in modo capillare, che ha dimostrato come la musica possa salvare i giovani dai disastri della droga, della prostituzione e della delinquenza. La musica classica ha un immenso potere salvifico: è ora che tutti i governi se ne rendano conto.” Ci uniamo all’entusiasmo di Scalise e Accardo sperando che sia vero tutto quello che leggiamo e cioè anche i dati statistici riportati (a cura dalla Nielsen Sound Scan) che hanno visto l’aumento degli album di musica classica del 22,5 % in più rispetto al 2006, di presenze di pubblico ai concerti di Musica classica dell’11,4 % in più rispetto al 2005. Non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti si è avuta un’inversione di tendenza con un 30% in più rispetto a dieci anni fa. Il trend insomma sembra positivo. E pensare che da decenni gli appassionati di musica classica e lirica passavano per poveri nostalgici da rinchiudere in qualche museo, cariatidi di un mondo in via d’estinzione. Guardando in questi giorni il Festival di Sanremo (quanti soldi investe mamma Rai per questa folle settimana marzaiola?) e le polemiche da cortile che ne sono seguite e i cui protagonisti non citeremo perché già si conoscono e fanno sufficientemente parlare di sé e dei loro guadagni stellari (mentre un professore dell’orchestra del Festival di Sanremo prende appena una diarìa di 53 euro lordi: vergognoso!!!) su tivù e giornali, ci vien da pensare che sarebbe davvero ora che si compisse una svolta. Nonostante i veti decennali alle opere liriche e ai concerti in prima serata tivù, qui si è creato pian piano un nuovo pubblico. E sapete perché? La Rete, Internet ormai pullula di migliaia di siti dove è possibile scaricare anche brani di classica e lirica. E quando un giovane ascolta una canzone prima e un sinfonia di Mozart o Beethoven dopo, se possiede una sensibilità e un'intelligenza nella media, è in grado di capire la differenza che c’è. A qualcuno sembrerà una valutazione scontata - in stile uovo di Colombo - ma in questi anni di oscurantismo da parte della televisione pubblica e della politica per Classica e Lirica, considerati autentici tabù alla stregua di un nudo integrale maschile e in realtà più autenticamente dettati invece dalla colossale ignoranza musicale che regna sovrana nella maggioranza chi ci governa e siede in Parlamento, la rivincita di questo pubblico sommerso, nascosto, "partigiano" amante e ora sempre più innamorato del Bello Musicale (quello più autentico) che finalmente viene alla luce non può che far piacere. Soprattutto a chi da anni cerca in tutti i modi di contagiare i propri simili per avvicinarli alla Musica. C’è ancora qualche speranza, dunque. Tra venti, trent’anni un folto pubblico, se è tutto vero, per i concerti di musica classica e per l’opera lirica ci sarà ancora. Da parte mia non posso che augurarmelo e soprattutto augurarlo a tutti voi che leggete queste mie povere riflessioni. Ma siamo poi così certi che la Musica sarà anche in grado di salvare il mondo dalla sua attuale, inesorabile decadenza?

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