La Fondazione Petruzzelli e la giusta ricerca del pubblico di domani
Ieri mattina al Teatro Piccinni, il Sovrintendente della Fondazione Petruzzelli, Giandomenico Vaccari (nella foto), coadiuvato da Terry Marinuzzi e Ada Martella dell'Ufficio Scuola della medesima fondazione barese, ha incontrato gli studenti che parteciperanno alle anteprime delle Opere in cartellone per la “Stagione Lirico Sinfonica 2007/2008”. Un incontro che non ha visto purtroppo l'auspicata adesione e presenza di tutti i ragazzi interessati. Ce n'erano appena una cinquantina. Si sa le vacanze natalizie sono praticamente iniziate e c'è un naturale clima di smobilitazione. Un vero peccato, perchè l'incontro guidato dal sovrintendente è stato illuminante, spaziando su differenti temi (dalla mancanza dell'insegnamento musicale nei Licei, alla difficoltà oggettiva dell'ascolto della Musica "Colta" ed alla fondamentale esigenza di divulgarla tra i giovani) e coinvolgendo i ragazzi in una appassionante discussione. Incontro durato, per la cronaca, la bellezza di tre ore!
L'importante progetto di formazione del giovane pubblico, pregevolmente avviato già da alcuni anni, coinvolge studenti dei licei classici e scientifici di Bari e della Provincia, studenti dei Conservatori di Bari e Monopoli, studenti dell’Università degli Studi di Bari e dell’Accademia di Belle Arti. Lo scopo del progetto è naturalmente quello di sensibilizzare i giovani all’opera lirica, anche attraverso incontri, organizzati negli istituti scolastici, curati da esperti e critici musicali che propongono una vera e propria guida all’ascolto, spesso supportata anche da idonei materiali audiovisivi. Creare il pubblico degli appassionati di domani è una scelta tanto fondamentale quanto obbligata, come ha ricordato Vaccari. E' impensabile infatti che la Lirica e la Classica possano, almeno in Italia, contare in futuro su un pubblico che riempia i teatri, se non si lavora alacremente attraverso la scuola per creare nuovi flussi di partecipazione.
La stessa città di Bari, come ho più volte ricordato in questo blog, con l'imminente riapertura tra un anno del Teatro Petruzzelli potrà contare su circa 1600 posti a sedere. Posti che dovranno essere riempiti non solo dalle solite "teste imbiancate", da melomani ed esperti del settore, ma anche da valanghe di giovani "Under 26" che non sono mai stati in un vero teatro d'opera in vita loro e lo considerano erroneamente come un luogo troppo inamidato ed esclusivo, riservato per giunta ai soli intenditori. Niente di più sbagliato. Certo, sarà necessaria, quanto prima, una politica straordinaria che favorisca l'ingresso a prezzi accessibili agli studenti, non solo per le anteprime generali, ma anche per tutti gli spettacoli in cartellone. Al Parco della Musica di Roma (dove ci sono ben tre auditorium per un totale di 4000 posti a sedere) ci stanno provando già da un paio d'anni e con ottimi risultati. Sarebbe per esempio il caso di ritornare anche ai cosiddetti biglietti "Last minute" (al prezzo politico di 7-10 euro) onde evitare di lasciare per un concerto meraviglioso come quello di qualche sera fa del Tokyo String Quartet un centinaio di poltrone tristemente vuote. Concerti come quelli, infatti, accendono la scintilla dell'emozione, rivelano la Grande Musica eseguita al meglio con tutte le conseguenze che questo comporta. Per i soliti noti queste saranno piccole cose, ma aiuterebbero, tra l'altro, ad evitare magre figure di fronte ad un ensemble stellare come il "Tokyo" abituato a riempire rinomate sale da concerto in tutto il mondo.
Ci sarà indubbiamente anche un difetto di comunicazione (quanto in buona fede però...?!) per la Classica, che non manca, per fare un esempio attuale al pur simpatico folletto (pianista-compositore di talento) Giovanni Allevi, che gode da tempo di attenzioni costanti e affettuose di radio e tv pubbliche e private. Così, cari amici, è certo assai più agevole riempire Palasport da 4000 posti. La sfida più autentica sarebbe invece quella di togliere, cari Media, un bel po' di visibilità a Madonna, Paris Hilton, Britney Spears (e compagnia bella) e regalarne almeno un briciolo in più alle star della Classica e della Lirica. Di certo, almeno da un punto di vista etico, i nostri ragazzi avrebbero solo da guadagnarci.
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