blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

lunedì, febbraio 15, 2010

"Musica allo specchio" al Petruzzelli: un viaggio affascinante nel mondo del tango tra la musica di Piazzolla e i versi di Borges

Mercoledì 17 febbraio alle 21.00, la Fondazione Petruzzelli, in collaborazione con l’Associazione Musicale Pugliese, presenta una serata musicale all’insegna della passione e dell’immaginazione, tra suoni e parole, tratta da "Lo specchio" di Borges, diretto da Massimiliano Finazzer Flory. Astor Piazzolla, il musicista che più di ogni altro ha contribuito alla diffusione del tango moderno, lasciando una delle eredità più rilevanti e riconosciute nella geografia musicale del XX secolo, è il protagonista di uno spettacolo in cui si mescolano gli ingredienti della scienza e dell’arte. Compositore “visionario” e grandissimo innovatore, Piazzolla esplora il campo del diatonismo - tra politonalità, polimodalità, modalità ritmica alla Bartòk e alla Stravinskij – e compone ogni genere di musica, sinfonica, da camera, operistica, tango d’avanguardia, colonne sonore per film, canzoni. Ad eseguire brani del calibro di "Biyuya", "Violentango", "Esqualo", ci sarà il quintetto Neofonia Ensemble (nella foto) diretto da Gianni Mola, formazione napoletana conosciuta a livello internazionale per l’arrangiamento sinfonico del tango di Piazzolla. Accompagna questo viaggio musicale, quasi a sollecitare un dialogo immaginario sul tema del pathos, un’antologia di brani poetici e di narrativa di un altro straordinario autore argentino: Jorge Luis Borges. Nelle pagine di Borges – affidate alla narrazione e interpretazione di Massimiliano Finazzer Flory, regista e attore teatrale – la musica è arte subliminale e arcana che offre una conferma alla nostra resa di fronte all’inesplicabile tragedia della vita. E’ insolito ritrovare nei versi borgesiani l’intenerimento, la confessione sentimentale, l’irraggiarsi sulla pagina di quella mestizia densa, acre e pagana che ci rende familiare il tango. Quel tango che non è solo erotismo ma anche eroismo, disperazione, intimità con la vita dei suburbi, delle luci artificiali e notturne di Buenos Aires, reticolo smisurato di strade e vicoli, delle suggestioni frammiste e declinanti di un’Europa in esilio. Borges affermava di non commuoversi all’ascolto di alcuna musica se non del tango e della milonga. "Il tango s’alimenta proprio di tale opaca confusione di sguardi, luoghi e colori, che si scioglie davanti al nostro cuore senza ammettere al desiderio le parole che per anni o per l’esistenza tutta aspettiamo di udire e che moriremo, in solitudine, senza aver mai ricevuto. Di qui il senso di gloriosa resa al dolore cantato del tango che quindi non può avere - precisa Borges - un’importanza “musicale” in senso stretto".

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