"Un Idomeneo originale ed intimista al Regio di Torino" di Elena Dandini
"Dopo trentatrè anni ho varcato nuovamente le porte di cristallo del Teatro Regio di Torino e camminato sulle sue rosse moquettes, per onorare il giorno della nascita di Mozart, assistendo alla rappresentazione di una sua geniale creatura: l’Idomeneo, messo in scena per la prima volta a Monaco il 29 Gennaio 1871, presso il Residenzteather ed a Torino, al Regio solamente il 7 Marzo 1986 (appena 14 anni fa!). L’allestimento a cui ho assistito si discosta da quelli tradizionali per porre l’accento e l’attenzione su una visione più intimista ed introspettiva della vicenda e dei protagonisti. Allo schiudersi del sipario, ci si trova di fronte ad uno scenario marino o, per meglio dire, ad un gigantesco acquario dai colori cangianti dal verde al grigio a seconda del cambio di scena e della situazione psicologica del momento, in cui cantanti,coro e figuranti appaiono come creature marine ivi immerse. Le scene nella loro essenzialità simboleggiano i tre protagonisti: Idomeneo, Ilia ed Elettra. Per ciascuno di loro il regista Davide Livermore, ha scelto per caratterizzarli al meglio,un elemento scenografico rappresentativo. La centralità della scena é raffigurata dal rudere di un tempio greco sul cui architrave è “scolpito” il nome di Idomeneo; un talamo velato da candidi e fluttuanti tendaggi è la fedele Ilia; un’automobile rossa e bianca,in stile American Graffiti,simboleggia la modernità aggressiva di Elettra. Tutti questi elementi scenografici si “inabissano” in scena come relitti di un naufragio e proprio da naufraghi sono abbigliati Idomeneo, Arbace ed Idamante nei loro pastrani di cerata trasparente come quella dei marinai. Tanto eterea nei fluttuanti costumi dalle chiare e perlacee tonalità è Ilia,quanto provocante nel rosso fuoco dell’abito in satin e nel bolerino di piume di struzzo Elettra,che fa pensare ad un personaggio demi-mondaine di felliniana memoria. In questo paesaggio metafisico alla De Chirico, si muovono come veri attori teatrali i cantanti, i coristi e i figuranti del Regio. Particolarmente commovente è l’invocazione, nel secondo atto, di Idomeneo a Nettuno; quest'ultimo appare in scena attraverso un enorme occhio ceruleo che incombe su tutta l’aria di Idomeneo: “Eccoti in me barbaro Nume”. Carichi di pathos i cori, peraltro splendidamente eseguiti,possenti e sicure negli acuti e nelle preziose colorature richieste le voci di Elettra (Eva Mei) e di Idamante (Ruxandra Donose); delicata invece quella di Ilia (Annick Massis); dominante, coinvolgente, di solida tecnica l’Idomeneo di Matthew Polenzani, il più applaudito dal folto ed elegante pubblico torinese. Calda e puntuale la direzione dagli accenti pre-romantici di Tomas Netopil alla guida dell’ottima orchestra del Regio. Tre atti belli ed appassionanti, applausi scroscianti e ripetute chiamate in scena per tutti. Concludo ringraziando l’amica Paola Rebecchi, che fa parte dei figuranti-mimi del Regio di Torino, per avermi stimolata a scrivere le mie impressioni sulla serata ricca di suggestioni e di originali trovate registiche, ma ringrazio,soprattutto, Mozart per la sua sublime musica…Buon Compleanno Amadeus…e Buon Compleanno anche a me!!!" Elena Dandini
2 Commenti:
Complimenti per l'interessante articolo!
1:12 PM
Recensione bella e dettagliata
7:06 PM
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