Dal 7 aprile "Cenerentola" di Rossini è al Teatro Petruzzelli
Andrà in scena mercoledì 7 aprile alle 20,30 al teatro Petruzzelli la prima di “Cenerentola” di Gioachino Rossini (in replica venerdì 9 aprile alle 20,30 e domenica 11 aprile alle 17,00). L’opera, per la regia di Daniele Abbado(regista collaboratore è Boris Stetka) sarà realizzata dalla Fondazione Petruzzelli in coproduzione con il Teatro Valli di Reggio Emilia ed in collaborazione con il Teatro Lirico di Cagliari e l’Opéra de Nice. Dirigerà l’Orchestra della Fondazione Petruzzelli il maestro Evelino Pidò. Firmerà le scene Gianni Carluccio, i costumi Giada Palloni, i movimenti coreografici Alessandra Sini. Maestro del Coro della Fondazione Petruzzelli sarà Franco Sebastiani. Al personaggio di Angelina darà vita Josè Maria Lo Monaco, Don Ramiro sarà interpretato da Maxim Mironov, Dandini da Roberto De Candia, canterà Alidoro Nicola Ulivieri, Don Magnifico avrà la voce di Paolo Bordogna, Clorinda sarà Eleonora Cilli, Tisbe Alessandra Volpe. Ecco gli appuntamenti di approfondimento dedicati alla Cenerentola: Mercoledì 31 marzo alle 17.00 nel foyer del Petruzzelli il musicologo Marco Beghelli, docente dell’Università di Bologna, sarà relatore di una conferenza tutta dedicata alla Cenerentola di Rossini. L’ingresso è libero. Martedì 6 aprile alle 17.00 nel foyer del Petruzzelli il giornalista e scrittore Vittorio Emiliani, autore del volume “Il furore e il silenzio. Vita di Gioachino Rossini” (Edizioni Il Mulino) proporrà una conferenza dedicata alla celebre opera rossiniana in cartellone al Petruzzelli e converserà sul tema con il sovrintendente della Fondazione Petruzzelli Giandomenico Vaccari. Mercoledì 7 aprile, giorno della prima dell’opera, come da tradizione, alle 11.00 alla libreria Feltrinelli il Sovrintendente Giandomenico Vaccari offrirà al pubblico una guida all’ascolto dedicata dei più celebri momenti della Cenerentola di Gioachino Rossini. L’ingresso è libero. Per il soggetto di Cenerentola il librettista Jacopo Ferretti tenne presente l’opera Agatina, o la virtù premiata di Fiorini-Pavesi (1814) ben più della nota fiaba di Perrault. In circa tre settimane – dunque con la consueta rapidità di stesura, consona ad un processo creativo fortemente stilizzato e indulgente verso la prassi dell’autoimprestito – Rossini confezionò la partitura dell’opera (delegando l’assistente Agolini alla stesura di recitativi e arie secondarie) che fu messa in scena il 25 gennaio 1817 al Teatro Valle di Roma con Geltrude Righetti Giorgi, la prima Rosina, nel ruolo eponimo. Al pari del Barbiere anche il debutto di Cenerentola fu segnato dall’insuccesso, subito seguito da una fortuna inarrestabile. Espunta ogni implicazione magica, nel melodramma di Rossini non ci sono né fate, né incantesimi e l’irrealtà dell’atmosfera fiabesca si percepisce soltanto grazie alla natura ‘aliena’ (veicolata dal virtuosismo vocale) della protagonista, sospesa tra sogno e realtà; un’alterità che la separa dal resto dei personaggi e che contagia Don Ramiro (nel suo recitativo Tutto è deserto. Amici?) conducendolo allo stupore incantato del duetto Un soave non so che. Per Don Magnifico, Clorinda e Tisbe Rossini ripete invece il collaudato armamentario buffo dei sillabati, delle onomatopee e, più in generale, dei meccanismi marionettistici che piegano il ritmo alle esigenze della comicità e che lasciano trapelare l’acuto sarcasmo (a tratti il vero e proprio cinismo) del compositore pesarese.
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