blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

giovedì, marzo 11, 2010

Stupendo concerto di Boris Brott alla guida dell'eccellente Orchestra della Fondazione Petruzzelli

La nascita di un’orchestra è sempre il frutto di un parto complesso e spesso assai delicato. A Bari quella della Fondazione Petruzzelli ha debuttato, tra qualche polemica di troppo, con la Bohème di Puccini poco più di due mesi fa e ha subito messo in luce le sue buone qualità complessive. Un mix di giovani talenti ed esperti professori d’orchestra provenienti da differenti realtà nazionali non può certo in un paio di prove trasformarsi nella…Filarmonica di Vienna, ma è indubbio che può crescere col tempo nell’amalgama strumentale, nell’affiatamento, nella ricerca di un proprio suono personale e soprattutto con una guida musicale stabile, di cui al momento però la Fondazione Petruzzelli non parla ancora apertamente. Ieri sera, dopo la lodevole prova offerta (da elogiare incondizionatamente insieme a quella del Coro del Petruzzelli e delle Voci Bianche del Conservatorio di Bari preparato a puntino rispettivamente da Franco Sebastiani ed Emanuela Aymone) la scorsa settimana con i muscolari Carmina Burana di Orff diretti dall’ottimo Stefan Anton Reck, è stata la volta di un concerto davvero importante per valutare la crescita della compagine barese. Il canadese Boris Brott, direttore d’orchestra tra i più affidabili ed esperti in circolazione, ha infatti messo su in appena un paio d’intense prove un programma sì popolare per il grande pubblico, ma anche tecnicamente arduo per un’orchestra che sta insieme da appena otto settimane. Due capolavori sinfonici del repertorio russo come la suite sinfonica, Sheherazade di Rimski-Korsakov e la “Quarta” di Ciaikovskij metterebbero i brividi a qualunque direttore, se solo sapesse che ad affrontarli c’è una compagine nata appena due mesi prima. Ed invece direi che il primo autentico esame di maturità l’Orchestra della Fondazione Petruzzelli, anche grazie alla riconosciuta abilità del maestro canadese, l’abbia superato a pieni voti, offrendo due eccellenti esecuzioni sia della celeberrima suite di Rimski, la cui concertazione non è cosa certo da sottovalutare, sia nella vibrante e appassionata Quarta ciaikovskiana, dove soprattutto gli archi e alcune prime parti dei fiati (come la “Spalla” Pacalin Pavaci, il cantabilissimo clarinetto di Francesco Manfredi e l’eccellente flauto di Annalisa Pisanu) hanno rivelato che grandi potenzialità quest’orchestra abbia in nuce. Successo di straordinaria intensità alla fine del bel concerto, tributato da un pubblico non abbastanza numeroso come in altre occasioni. Dispiace, per esempio, che come per il precedente anche la prova generale di questo concerto non sia stata offerta alle scuole, soprattutto in considerazione della significativa esemplarità dei lavori in programma. La creazione di un nuovo pubblico per la Musica deve partire anche da qui. Ora che finalmente disponiamo di un’orchestra davvero coi fiocchi nulla può essere lasciato al caso, a cominciare dalle prove aperte e guidate per le scuole. La nuova giunta della Regione Puglia che verrà fuori dopo le elezioni di fine mese dovrà tenerne conto non solo a parole, ma anche nei fatti. Il Teatro Petruzzelli può, deve essere per davvero la cassa armonica del rilancio della nostra Puglia ma ha bisogno di maggiori risorse per svolgere un ruolo da autentico protagonista nel Mezzogiorno d’Italia e per divulgare, fare Cultura.

3 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

"Il Teatro Petruzzelli può, deve essere per davvero la cassa armonica del rilancio della nostra Puglia"....spero davvero che lei stia scherzando dato che la vera forza della Puglia e cioè tutti gli eccellenti giovani diplomati sfornati dai nostri conservatori non sono stati minimamente coinvolti nella formazione di questa orchestra, non sono state fatte delle audizioni regolari e si sta trasformando l'orchestra del nostro teatro in un focolaio di interessi politici e di potere, come sempre...purtroppo la nostra Italia è questa...ecco perché i nostri giovani musicisti anziché crescere,fare esperienza e suonare qui prendono il volo verso luoghi in cui esiste ancora la meritocrazia!

12:16 PM

 
Blogger Alessandro Romanelli ha detto...

Caro Anonimo, come vorrei sapere il suo nome e cognome. E' infatti troppo facile giudicare le scelte degli altri sottocoperta. Le assicuro che lo è molto meno metterci la faccia e il nome per l'appunto. Se avrà questo "coraggio" sarò lieto di risponderle e discutere con lei quando, come e dove vorrà.

12:42 PM

 
Blogger bartolo mercadante ha detto...

Caro anonimo,pensiamo a fare e ascoltare musica ad alto livello,altrimenti non lamentiamoci che a Bari tutto questo non è mai possibile. Le scelte della Fondazione non sono condivise da tanti ,ma sono i risultati quelli contano. Il sottoscritto ha suonato per 8 anni nei maggiori teatri italiani e non ha mai sentito parlare di polemiche a riguardo i musicisti locali,nella temporanea nuova orchestra ci sono più della metà professori della puglia.Comunque viva la MUSICA fatta a questi livelli.

9:52 AM

 

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