Con Chopin e Borodin Ivo Pogorelich e il Quartetto di Cremona incantano Brindisi
Tra i numerosi concerti ascoltati in Puglia durante il periodo natalizio e l'inizio del nuovo anno, merita senz'altro un plauso tutto particolare quello che si è tenuto il 2 gennaio scorso al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, grazie alla presenza di un pianista oggi di valore indiscusso, Ivo Pogorelich, e di un Quartetto come quello di Cremona, unanimemente tra i più apprezzati in Italia e all'estero. Concerto che la Fondazione Nuovo Teatro Verdi di Brindisi e l'amministrazione comunale hanno regalato alla cittadinanza, previa prenotazione del posto. Ricordo come questo bellissimo e moderno teatro abbia alle spalle una storia sfortunata, figlia di lungaggini burocratiche e carenze di fondi per il suo completamento. La sua prima inaugurazione (dopo diversi anni di attesa) con Salvatore Accardo e l'Orchestra da Camera Italiana avvenne se non ricordo male nel 2002 o 2003 (io c'ero), poi una nuova chiusura con conseguente adeguamento alle norme di sicurezza e la definitiva riapertura nel 2006 con il trionfale concerto di Riccardo Muti e dell'Orchestra Giovanile Cherubini. In questi anni il Verdi è stato utilizzato come teatro polifunzionale: si va dalla prosa, che occupa gran parte della stagione, alla danza e ai concerti; anche la lirica ha trovato spazio negli ultimi due anni con pregevoli allestimenti di Traviata e Madama Butterfly. E' chiaro che la mancanza di importanti risorse, come ha ricordato prima del concerto il sindaco della città Domenico Menniti, uomo sì di destra ma di cultura "illuminata" (cosa rara oggi giorno), non significa certo arrendersi: "perchè la cultura costa, ma l'incultura costa alla comunità molto di più." Ed ecco che si sono susseguite una serie di serate, spesso indimenticabili, in questi ultimi quattro anni. Dispiace che non ci sia ancora a Brindisi un'orchestra provinciale stabile come, per esempio, a Bari, Taranto e Lecce, che abbia una sua regolare stagione sinfonica all'interno di questo teatro e che dunque la musica non sia certo la protagonista principale delle stagioni che qui si tengono. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, il bel concerto dell'altra sera può essere un interessante punto di partenza per il nuovo anno. Certo, Pogorelich suona, o meglio, "rilegge" il Secondo concerto di Chopin nella originale versione per pianoforte e archi con non poche e arbitrarie eccezioni agogiche e dinamiche, ma lo fa con la classe innata del grandissimo pianista, con il tocco magistrale che l'ha reso celebre trent'anni fa, quando la sua eliminazione allo Chopin di Varsavia fu al centro di una lite furibonda tra la celebre pianista argentina Martha Argerich che lo sosteneva ("E' un genio, ma non l'hanno capito!") e la commissione del glorioso concorso. L'ensemble cremonese, integrato dall'ottimo contrabbassista Riccardo Donati, accetta di buon grado i tempi ora stirati, ora spiazzanti del bell'Ivo, ma è soprattutto nella seconda parte con il Quartetto n. 2 di Borodin che tira fuori dal cilindro un'esecuzione importante di esemplare, elegante compattezza e sensibilità musicale. Successo caloroso e meritato, anche se condito da irrituali applausi alla fine di ogni movimento delle suddette composizioni in programma, da parte di un pubblico però sempre attento e concentrato, che ha riempito il Verdi in ogni ordine di posti.
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