blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

giovedì, marzo 24, 2011

"DIETROFRONT DEL GOVERNO: PRIMA IL NUCLEARE, ORA IL RIPRISTINO DEL FUS…E' UNA CAPORETTO O PREVALE LA LOGICA DEL TIRIAMO A CAMPARE?" di Giulio Loiacono

"Proviamo a spiegare, subito, il titolo del pezzo (che nulla avrebbe a che fare, apparentemente, se non incidentalmente, con l’ oggetto del presente blog): facendo un discorso politico, mi sia consentito per un attimo, e quindi extra artistico, stiamo assistendo alla vera fine di una esperienza politica, quella del berlusconismo. Come ogni imprenditore che si rispetti, il Presidente del Consiglio è estremamente sensibile al consenso popolare, che egli, da sempre, con dovizia di mezzi e particolari, esamina con i sondaggi. Ebbene, codesti sondaggi segnalano, da tempo, un certo calo del consenso ( assolutamente, di per se stesso, ininfluente a far cambiare orientamento elettorale e conseguenti maggioranze politico-parlamentari ) per la coalizione di Governo che si rivelerebbe, soprattutto nelle parole dei suoi “inascoltabili consiglieri”, di periferia e non, in una probabile disfatta elettorale alle prossime amministrative. Senza atteggiarmi a consigliere di nulla e di nessuno, faccio sommessamente notare, in questa sede in particolare, che la ricostituzione, dall’ alto, del FUS, senza riflettere, senza ragionare, senza tagliare spietatamente gli sprechi in esso contenuti è uno dei più gravi errori che l’ Esecutivo potesse commettere. Il parallelo con la questione nucleare è patente: basta un cataclisma di proporzioni inedite, forse per i prossimi mille anni, successo, ahimé per loro, a decine di migliaia di chilometri da noi, che ha avuto ( io già parlo al passato) un modesto effetto su una sola ( dico una) centrale nucleare, la quale non è esplosa, non è stata danneggiata nelle sue strutture portanti, ha resistito, è ancora integra o quasi, per suscitare una canea immonda da noi, come sempre solo da noi. Parlando con una mia amica straniera, qualche giorno fa, si ironizzava ( in particolare, da parte sua, purtroppo!) che l’ Italia, solo l’ Italia aveva bloccato la importazione dei ( modestissimi, a livello quantitativo) prodotti alimentari giapponesi; gli altri avrebbero atteso dei dati obiettivi prima di farlo; tutte le nazioni che utilizzano l’ energia nucleare si sono ben guardati bene dal voler “staccare la spina”, avendo un disperatissimo ( anche se meno del nostro) bisogno di energia elettrica, ad altissima capacità reddituale e potenza, a basso costo, e, quel che più conta, libera perché autoprodotta da ogni singolo paese dotato di impiantistica nucleare. Ma tornando alla questione FUS, mantenendo, se possibile, ancora, il parallelo, cedere, senza battagliare, al diktat (l’ennesimo, il più spregevole, perché attaccato ad una delle eccellenze del nostro paese, la cultura, molto più dello spettacolo) di quattro guitti da strada (una assoluta minoranza, lo si ribadisce), i quali torneranno a giovarsi di finanziamenti centralizzati, quasi a pioggia, come nella peggiore tradizione di finanza pubblica. A costoro, infatti, basterà bussare (ricorrendo a clientele, camarille, conventicole, conoscenze, segnalazioni e quant’ altro) alle porte giuste per avere finanziamenti ciechi, senza controlli effettivi, sia sulla capacità “di incasso” della singola opera spettacolare che sulla qualità, sulla capacità, se vogliamo, anche culturale, di trasmissione di valori, di esempi, educativa quindi delle generazioni presenti e future. In questo quadro, opportuno rimane il potenziamento e la ricostituzione del c.d. “tax credit” per il cinema, che, si torna qui ad auspicare, venga esteso anche allo spettacolo live, affinché si possa realizzare quel goal che ogni nazione persegue, quando si parla, più in generale, di cultura, ma nello specifico, anche di spettacolo: coniugare capacità educativa, formativa, divertimento del pubblico e conseguente massima redditività possibile. Tutto questo, nella iniziativa governativa di ieri, è del tutto assente; ciò fa molto dispiacere, si vuole cedere alla volontà delle piazze cieche, sorde e mute di proposte, capaci solo, nella peggiore ( o migliore) tradizione italiota di protestare." GIULIO LOIACONO

6 Commenti:

Blogger Alessandro Romanelli ha detto...

Direi, caro Loiacono, che è la Sua solita pruriginosa provocazione. Lei offende violentemente gli artisti, chiamandoli genericamente "guitti di strada". Ma come si permette? Che ne sa Lei degli artisti, delle loro sofferenze, dei loro sacrifici per arrivare alla verità interpretativa? Ho pubblicato il suo pezzo solo perchè siamo, fino a prova contraria, in democrazia e il mio blog non esita a dar spazio a tutte le voci, anche a quelle più scomode e contraddittorie. Stia bene.
Il "Direttore"

6:06 PM

 
Blogger Giulio Loiacono ha detto...

La sofferenza dell' artista è pari a quella di qualsiasi altro professionista che opera in libero regime di mercato e che non ricorre, mai e poi mai, nella propria attività, al "paracadute di Stato"....saluti ( e la prossima volta eviti di esprimersi con cavolatine, del tipo: " che ne sa lei...ecc???"..lo so benissimo, perché lavoro, io e Lei, credo, conoscendomi, ne sa qualcosa...arisaluti!!!).

9:54 AM

 
Blogger Francesca Giordanino ha detto...

Purtroppo - e sottolineo il purtroppo con immenso e totale dispiacere - ha ragione Loiacono.
Ed io sono musicista dall'età di 8 anni.
Prima o poi, quando nella vita mi sarò "riciclata" in un altro ambito lavorativo, mi potrò permettere di raccontare cosa le mie povere orecchie hanno udito e cosa i miei occhi hanno dovuto vedere in questi ultimi 15 anni di attività.
Se fossi ministro eliminerei il concetto non solo di FUS ma anche di contratto a tempo indeterminato per orchestre sinfoniche ed enti lirici.
Così non si dovrebbe assistere allo scempio di sedicenti "musicisti" che fingono da anni di suonare ben nascosti tra le fila delle orchestre e che portano a casa comunque lo stipendio, certi della propria "intoccabilità". Il tempo indeterminato è - di fatto - appannaggio per un popolo serio e responsabile, che abbia chiaro il concetto del dovere e della decenza.
Noi - purtroppo - non siamo ancora quel popolo.

Cordiali saluti.
Francesca Giordanino

9:32 AM

 
Blogger Alessandro Romanelli ha detto...

Al Metropolitan di New York, parola di un amico direttore d'orchestra, i professori fanno un "tagliando" annuale per verificare se sono sempre all'altezza del livello della compagine americana. Certo però che in Italia vivendo la precarietà di questo periodo...quando mai un giovane potrà accendere in banca un mutuo per una casa o sposarsi se non ha un contratto a tempo indeterminato? Sarà sempre condannato al "domani che farò"?
Grazie dello stimolante invito a riflettere Francesca. Un abbraccio affettuoso!

8:02 PM

 
Blogger Francesca Giordanino ha detto...

So bene che in America - non ovunque chiaramente - adottano quel sistema (che è l'unico modo reale per mantenere "l'eccellenza"). E capisco anche le difficoltà della nostra situazione.
Forse siamo ad una svolta epocale.
Forse a seguito della sofferenza di alcuni (fra cui mi inserisco a pieno titolo) riusciremo ad approdare ad un sistema finalmente meritocratico che premi il valore anche a lungo termine piuttosto che giochi di potere, sistemazioni per familiari e tutta la solita noiosa trafila. Ne varrebbe la pena, non crede?
Un saluto.

8:27 PM

 
Blogger Alessandro Romanelli ha detto...

Le potrei rispondere alla maniera di George Clooney nello spot di Fastweb: "Imagine...YOU CAN!". Felice giornata Francesca :-)

12:11 PM

 

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