Dal 16 gennaio va in scena al Teatro Petruzzelli la Bohème di Puccini
Sarà “La Bohème” di Giacomo Puccini il primo titolo della Stagione d’opera della Fondazione Petruzzelli per il 2010. Si tratta della ripresa di una produzione del novembre 2008 (la foto di Vito Mastrolonardo si riferisce a quella messinscena) allora allestita al Teatro Piccinni, per la regia di Boris Stetka e le scene di Tommaso Lagattolla; la celeberrima opera pucciniana è adesso finalmente in programma al teatro Petruzzelli sabato 16 gennaio alle 20.30, domenica 17 gennaio alle 17.00, lunedì 18, martedì 19 e mercoledì 20 gennaio alle 20.30. A dar vita al personaggio di Mimì saranno Donata D’Annunzio Lombardi (16-18-20 gennaio 2010) ed Erika Grimaldi (17-19 gennaio 2010). Rodolfo sarà interpretato da Vittorio Grigolo (16-18-20 gennaio 2010) e Giuseppe Talamo (17-19 gennaio 2010). Nel ruolo di Musetta canteranno Manuela Bisceglie (16-18-20 gennaio 2010) e Teresa Di Bari (17-19 gennaio 2010), in quello di Marcello Dalibor Jenis (16-18-20 gennaio 2010) e Alessandro Battiato (17-19 gennaio 2010). Colline avrà invece la voce di Deyan Vatchkov. Dirigerà l’Orchestra Sinfonica della Fondazione Petruzzelli il maestro Antonino Fogliani. Maestro del Coro della Fondazione Petruzzelli Franco Sebastiani, maestro del Coro di Voci Bianche del Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari Emanuela Aymone. A firmare le scene e i costumi Tommaso Lagattolla, il disegno luci sarà curato da Valerio Alfieri. Nell’ambito della rappresentazione di Puccini la Fondazione Petruzzelli propone al pubblico due appuntamenti ad ingresso libero: martedì 12 gennaio alle 17,00, nel foyer superiore del teatro Petruzzelli il sovrintendente Giandomenico Vaccari ed il musicologo Lorenzo Mattei terranno un incontro dedicato alla Bohéme sul tema “Riflessioni e considerazioni sul capolavoro Pucciniano”. Sabato 16 gennaio alle 10,30 sarà la Libreria Feltrinelli (via Melo, Bari) ad ospitare una guida all’ascolto dedicata alle arie più suggestive dell’opera a cura del sovrintendente Giandomenico Vaccari. Da una fonte letteraria nata all’insegna del bozzetto e della disomogeneità strutturale ("Le Scènes de la vie de Bohème" di Henri Murger) Illica e Giacosa riuscirono a trarre, non senza fatica, un libretto coerente cui misero mano anche Giulio Ricordi e Puccini conferendo compattezza e circolarità all’insieme (l’ambientazione ‘In soffitta’ apre e chiude l’opera). Tanto tormentata fu la gestazione del libretto di Bohème, quanto rettilinea l’intonazione da parte del compositore, angustiato soltanto dalla rivalità con Leoncavallo impegnato sullo stesso soggetto. Ad eclissare questa misconosciuta Bohème (Fenice 6 maggio 1897) non fu l’approdo alle scene in seconda battuta (Puccini rappresentò la sua al Regio di Torino il 1 febbraio 1896) quanto l’incapacità di distanziarsi dalla fonte e dalla sua dispersività nociva all’efficacia scenica. Puccini, al contrario, puntò alla fluidità drammaturgica attraverso l’impiego raffinato della tecnica del Leitmotive (che articola quasi interamente il IV quadro). L’intreccio delle reminiscenze – o per dirla con Puccini dei «ritorni logici» – qui fa tuttavia pensare più a Bergson e alla sua concezione del tempo psichico che a Wagner. Del resto Bohème è una storia priva di evoluzione che accompagna lo scorrere della giovinezza (interrotta dall’esperienza traumatica della morte) di un gruppo di giovani talentuosi e squattrinati in un contesto di quotidianità grigia. Il gioco di ritorni tematici (con opportune, sottili metamorfosi) diventa così congeniale a una concezione estremamente moderna del tempo interiore, soggettivo, non lineare. Informazioni: 080.975.28.40
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