Domani Alberto Veronesi dirige l'ICO di Bari nella Basilica di San Nicola
Domani, sabato 30 gennaio 2010 alle ore 20.30, presso la Basilica di S. Nicola a Bari, l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari si esibirà in un concerto “In memoria della Shoah” sotto la direzione del maestro Alberto Veronesi (nella foto) e con la voce recitante di Giacomo Colafelice. L’ingresso è libero. In programma brani di Samuel Barber (Adagio per archi op. 11), di Arnold Schoenberg (Un sopravvissuto di Varsavia per voce recitante e orchestra) e di Ludwig Van Beethoven (Sinfonia n. 7 in la maggiore). Il concerto sarà replicato lunedì 1 febbraio alle ore 20.30 nella Chiesa del Santissimo Sacramento di Bitonto. Ingresso libero. L’iniziativa rientra nell’ambito delle manifestazioni promosse dalla Provincia di Bari in occasione della Giornata della Memoria e che vedranno sul podio con l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari il maestro Alberto Veronesi, fresco della nomina a Direttore musicale della Opera Orchestra di New York. Nato a Milano, Alberto Veronesi è direttore musicale del Festival Puccini di Torre del Lago, direttore artistico della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna e direttore musicale dell'Orchestra Sinfonica Siciliana. “La presenza di Alberto Veronesi dà lustro e prestigio alla nostra Orchestra, ancora di più dopo la sua recente nomina a Direttore dell’Opera Orchestra di New York che vede, a distanza di più di 70 anni, un italiano tornare a dirigere un’orchestra newyorkese dopo Toscanini. – afferma il Presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli -. Ringrazio, dunque, il maestro Veronesi per averci offerto la sua disponibilità e collaborazione, con l’auspicio di vederlo sempre più spesso sul podio con l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari”. Tra i brani che l’Orchestra eseguirà nei due concerti rientra anche“Un sopravvissuto di Varsavia” di Arnold Schoenberg. Questa pagina fu composta nel 1947 ispirandosi alla testimonianza di un ebreo polacco sopravvissuto allo sterminio nazista. Nel testo, scritto in inglese dallo stesso compositore, il narratore, attraverso la tecnica del canto parlato, il cosiddetto Sprechgesang, comincia con le seguenti parole: “Io non posso ricordare ogni cosa. Credo di essere rimasto senza conoscenza per la gran parte del tempo”. Quindi, descrive le atrocità subite dagli ebrei polacchi destinati alle camere a gas. Un momento di notevole suggestione viene raggiunto quando il coro intona il canto tradizionale “Shema Ysroel”, prima delicatamente, poi in un crescendo di intensità sonora ed emotiva che lo trasforma al contempo in un grido di dolore, ma anche in una orgogliosa professione di fede. Si tratta, peraltro, di un riferimento a un episodio reale, poiché lo stesso sopravvissuto narrò di un gruppo di ebrei che, nel percorso verso le camere a gas, intonò la preghiera.
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