blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

venerdì, ottobre 15, 2010

Qui Roma: Il 17 ottobre la IUC inaugura la sua splendida stagione con i Concerti Brandeburghesi di Bach diretti da Jordi Savall

Il concerto inaugurale della stagione della Iuc è un'occasione unica (non sono infatti previste repliche in Italia) per ascoltare i sei Concerti Brandeburghesi di Johann Sebastian Bach diretti da Jordi Savall, uno dei più originali, raffinati e coinvolgenti interpreti della musica antica e personalità vivace e poliedrica, nota per la sua partecipazione a film e per il suo interesse nei confronti di tradizioni musicali dimenticate, come quelle degli arabi del tempo delle crociate e dell'America latina al tempo della conquista. musiche. La sua incisione del 1991 di questi sei capolavori è ancora considerata insuperabile, tanto da essere stata ristampata ancora quest'anno con la nuova tecnologia SACD. Dopo anni che non li eseguiva più in pubblico, Savall ha preparato con passione ed entusiasmo questo ritorno, selezionando uno per uno i solisti (tra cui il violinista romano Riccardo Minasi, il clavicembalista Pierre Hantaï e il trombettista Guy Ferber) e predisponendo un lungo periodo di prove. Adesso non resta che ascoltare! Anche in quest'occasione Savall dirigerà Le Concert des Nations, da lui fondato nel 1989. È stata questa la prima orchestra specializzata nell’esecuzione della musica barocca con strumenti originali ad essere formata pressoché interamente da musicisti provenienti da paesi latini (spagnoli, ispano-americani, italiani, portoghesi, francesi), senza escludere a priori altre nazionalità. Savall ha cercato questo carattere latino per portare maggiori personalità e calore nell'interpretazione della musica barocca, in cui fino ad allora predominavano gli esecutori nordeuropei, precisi ma asettici. A questo proposito, bisogna sottolineare che nel 1721 il concerto era un genere musicale giunto solo da pochi anni in Germania dall'Italia e che quindi componendo i Brandeburghesi Bach rendeva un esplicito omaggio allo stile italiano "moderno", a lui ben noto grazie all'attento studio di Corelli, Albinoni e soprattutto Vivaldi. Si può rintracciare nei Brandeburghesi anche una spruzzata di stile francese, particolarmente nelle danze. Bach ricreò in chiave genialmente personale questi elementi stilistici latini, ma resta il fatto che fu sedotto dal fuoco e dalla sensualità della musica italiana e dall'eleganza di quella francese: questi caratteri saranno esaltati dall'interpretazione di Savall e del Concert des Nations, ricca di lirismo e di colori. Di loro è stato scritto che portano nei Brandeburghesi "un piacere positivamente epicureo" (Classics Today). Info: tel. 06 3610051/2 - www.concertiiuc.it / botteghino@istituzioneuniversitariadeiconcerti.it

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