Tantissimi giovani entusiasti per la prima mondiale di "Zephir" di Terry Riley ieri al Teatro Petruzzelli
Il 10 ottobre 2010 sarà ricordato come una data storica per il Petruzzelli e la sua Fondazione lirico-sinfonica: un'esecuzione in prima mondiale, su commissione dello stesso teatro, "Zephir" per violino e orchestra di Terry Riley (nella foto), notissimo compositore californiano e acclarato antesignano del minimalismo negli Anni Sessanta, non è infatti cosa da tutti i giorni. L'Orchestra della Fondazione è stata diretta per l'occasione da dal maestro canadese Boris Brott (già protagonista pochi giorni fa di un bel concerto sempre a Bari ma in Cattedrale) mentre al violino c'era il barese Francesco D'Orazio, da tempo coraggioso e autorevole paladino della divulgazione della musica contemporanea in tutto il mondo. Il brano ascoltato, della durata di poco più di un quarto d'ora, rappresentava un po' la "summa" dello stile creativo di Riley, dove il naturale fluire dell'energia di ogni sezione dell'orchestra partiva sì da una concezione tipicamente minimalista del disegno sonoro, ma attraverso un tema cosiddetto "eolico" sapeva schiudersi con abile gradualità verso altri linguaggi ed esperienze musicali del nostro tempo: dal jazz al musical, dal pop a reminiscenze balcaniche e persino indiane. Una sorta di viaggio nell'affascinante memoria del Novecento, in cui il violino classico amplificato e ricoprendo un ruolo più concertante che predominante, s'incastona armoniosamente nel flusso strumentale dell'orchestra, arricchita da percussioni, fiati, chitarra e tastiera elettrica. Il pezzo di Riley non vive di particolari escursioni dinamiche e agogiche, ma si fa gustare proprio per il suo gradevole e naturale svolgimento narrativo. Successo vibrante (in un teatro praticamente esaurito: tantissimi i giovani!) per Riley presente al concerto e per D'Orazio e Brott, che hanno magnificamente saputo restituire il senso più autentico di questo nuovo lavoro del maestro americano. A completare il programma della serata un interessante poema sinfonico "Oracle" di Alexander Brott (padre del direttore) e la pirotecnica Ottava Sinfonia di Dvorak, riletta con esiti ragguardevoli dal maestro canadese e dall'Orchestra della Fondazione Petruzzelli, apparsa ancora una volta in forma superba. Al concerto di ieri, che sarà probabilmente inciso nei prossimi mesi per una nota casa discografica, seguirà un nuovo appuntamento sinfonico sempre con l'Orchestra del Petruzzelli il prossimo venerdì 15 ottobre: in programma due "Quinte Sinfonie" celeberrime: quella di Beethoven e quella di Ciaikovskij. Sul podio ancora una volta Boris Brott, che in queste settimane di permanenza barese ha più volte dichiarato di essersi sinceramente innamorato della "bellissima città di Bari, del suo meraviglioso teatro e di questa fantastica orchestra"...Che voglia trasferirsi qui?
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