Lo Chopin di Louis Lortie incanta tutti al Petruzzelli di Bari
Un successo caldo e convincente, quello tributato al pianista franco-canadese Louis Lortie da un pubblico più numeroso del solito, ieri sera al Teatro Petruzzelli di Bari, per la corrente stagione della Camerata Musicale Barese. Un concerto tutto dedicato a Fryderyk Chopin, del quale, com'è noto, si è appena celebrato nel 2010 il bicentenario della nascita; in programma l'esecuzione dei 27 Studi (quelli dell'op. 10, dell'op. 25 e i tre rari "Trois Nouvelles Etudes" per il “metodo” di Moscheles e Fetis) del celebre compositore polacco. Ricordiamo Lortie in un concerto a Bari, ancora giovanissimo, eseguire (se la memoria non c'inganna) il concerto in sol per pianoforte di Ravel con l'Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, poi non è più capitata alcuna occasione di invitarlo qui a Bari. Rocco De Venuto, direttore generale della Camerata, ci ha confidato di averlo "corteggiato" lungamente prima di poterlo riportare qui in Puglia. Il pianista franco-canadese è senza dubbio uno dei massimi interpreti del romanticismo; lo Chopin degli Studi, si sa, diventa sotto le dita di pianisti anche tecnicamente dotatissimi uno scintillante, ma espressivamente vuoto, tourbillon di note. Quei pianisti vengono spesso apostrofati come ottimi "dattilografi" e basta. Con Lortie ieri sera abbiamo invece potuto realmente godere di un'interpretazione di folgorante coinvolgimento emotivo, di rara eleganza espressiva, poggiata su una tecnica di stupefacente solidità e naturalezza. Gli Studi sono scivolati all'ascolto più come concatenata antologia "poetica" dal fuggente sapore schumanniano, che come una serie di fredde proposizioni fra loro autonome e a sè stanti. Peccato per le due interruzioni dovute a deprecabili fattori esterni (prima il frastuono dei fuochi d'artificio per un matrimonio, poi un improvviso black out degli "occhi di bue") che non hanno, in ogni caso, minato la straordinaria concentrazione di questo eccellente pianista.
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