Una magica serata esplorando gli indimenticabili musical di Bernstein e Gershwin
Ci sono serate che non si vorrebbe mai smettere di ascoltare le stesse eterne canzoni, quelle che tutti noi portiamo, da sempre, nel cuore. Una di queste serate è stata senza dubbio quella di martedì scorso al Kursaal Santalucia di Bari. Di scena il Collegium Musicum, diretto con impeccabile aplomb da Rino Marrone.
In programma pagine come le suite dai musical “West Side Story” e “Peter Pan” di Leonard Bernstein e "The Great Songs" (the Man I Love”, “I loves You, Porgy”, “Embraceable You”) di George Gershwin.
“West Side Story” nella suite appositamente realizzata per il Collegium Musicum dal compositore Nicola Scardicchio alcuni anni or sono per un piccolo organico comprensivo di pianoforte, archi, fiati e percussioni, era pagina già nota e proposta agli assidui frequentatori di questi concerti. Scardicchio compie qui un eccellente lavoro di ripulitura e sintesi timbrica della frastagliata e al contempo smagliante scrittura di Bernstein, evidenziandone gli aspetti essenziali e la delicata malinconica cantabilità. Si ascoltino brani come “Maria”, “Somewhere” e “Tonight”, dove l’intimo sapore poetico può essere maggiormente apprezzato in una versione più raccolta e calibrata. Non meno godibile anche l’arrangiamento realizzato con bravura da Salvatore Campanale dei brani tratti dal musical “Peter Pan”, lavoro meno fortunato di Bernstein, come riferisce con esemplare chiarezza la musicologa (nonché ottima pianista) Angela Annese nel programma di sala.
Direi però che i momenti più intriganti della serata sono stati vissuti anche per merito della splendida voce di Marina Addante che ha ricamato con rara sensibilità d’artista ed eccellente tecnica vocale i due lavori di Bernstein e le tre sublimi Songs di Gershwin.
Il pubblico (finalmente più numeroso del solito) ha tributato alla cantante barese un successo tanto caloroso quanto meritato, “costringendo” Marrone ed il suo Collegium Musicum a fare ben volentieri gli...straordinari: bissata, in pratica, l’intera seconda parte del concerto.
Uscendo dal Kursaal, non si potevano non canticchiare, seppure a bassa voce, quelle stesse eterne canzoni, che chi ama la grande musica non può non portare sempre con sé, magari in un magico angoletto del proprio cuore.
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