"Il violoncello di Dio e la storica caduta del Muro di Berlino" di Antonio V. Gelormini
"Si presentò all’improvviso col suo Dupont Stradivarius del 1711 e la sua sedia, sotto il Muro di Berlino, in una storica notte del 1989, ed eseguì davanti al mondo intero il più insolito, suggestivo e travolgente dei concerti per solo violoncello. Mstislav Leopoldovich Rostropovich non poteva mancare quell’appuntamento. Per nulla al mondo avrebbe risparmiato il suo appassionato ed originale “colpo di piccone”, al simbolo concreto di ogni libertà soffocata. Amico nella dissidenza di Aleksandr Solgenitzin, promotore e missionario dell’arte senza frontiere, operaio instancabile nella cura dei valori democratici e della libertà di espressione. Il più grande violoncellista di tutti i tempi, si vide ricusare dalla patria sovietica, dopo gli onori raccolti col riconoscimento del prestigioso premio Stalin, nel 1950, massima onorificenza allora in Unione Sovietica. Si rifugiò con la propria famiglia a Parigi, prima di ottenere quella cittadinanza americana, che in seguito non avrebbe più abbandonato.. Una tecnica artistica ed un suono del violoncello inconfondibili e sublimi. Per lui Sergej Prokoviev compose il secondo concerto per violoncello e orchestra, grato ed affascinato dalla collaborazione per la parte tecnica dell’esecuzione. Mentre un altro concerto del celebre compositore russo, rimasto incompiuto, fu completato dallo stesso Rostropovich con Dimitri Kabalevski. Ma numerosi altri compositori furono ispirati dallo struggente suono di quel violoncello e dalla figura intensa dell’amico Slava. Memorabili i due concerti di Dmitrij Shostakovich, la Cello Sonata, 3 Solo Suites e la Cello Simphony di Benjamin Britten. Il ricordo personale è legato a un’edizione dei Corsi giovanili dell’Estate Frentana, a Lanciano, di circa trent’anni fa. Quando, nella veste di Maestro e Direttore d’Orchestra, pazientemente diventava padre, zio e precettore di una privilegiata orchestra di giovani musicisti. Che avrebbero custodito per sempre i preziosi insegnamenti e fatto geloso tesoro degli irripetibili suggerimenti. E’ morto in patria, in un ospedale di Mosca per un tumore al fegato. Solo qualche settimana fa, in occasione del suo 80esimo compleanno, aveva raccolto l’apprezzamento tardivo dell’intera Russia e del suo Presidente, Vladimir Putin: “Lei è famoso in tutto il mondo non soltanto per essere un brillante solista e un eminente direttore, ma anche come leale difensore dei diritti umani e un intransigente combattente per gli ideali democratici”. E che oggi aggiunge: “E’ una perdita terribile per la cultura russa”. Si preannunciano tantissimi concerti, quale omaggio estremo a un grande musicista. Ma l’icona di un vecchio abbracciato al suo violoncello e delle note eseguite, mentre crolla il Muro di Berlino, rimarrà la testimonianza indelebile di un gesto nobile e di un impegno costante contro ogni guerra e ogni sopruso. Da oggi quel suono allieta la schiera degli angeli e magnifica lo Spirito celeste." (gelormini@katamail.com / Aprile 2007)
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