Doppio appuntamento stasera e domani con l'Orchestra della Provincia di Bari diretta da Michele Nitti
Questa sera (ore 21.00) presso il Teatro Forma di Bari (Via Fanelli 206/1) l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari si esibirà in un concerto dedicato a Carl Maria von Weber, Camille Saint-Saens e Franz Joseph Haydn, diretto dal giovane e apprezzato maestro Michele Nitti (nella foto) e con solista la violoncellista cinese Tina Guo. I biglietti saranno in vendita la sera stessa del concerto al costo di 4 euro presso il botteghino del Teatro Forma. Infoline: 080.5010277 – 080.5412302. Il concerto sarà replicato il giorno dopo, venerdì 21 gennaio alle ore 20.30 nella Chiesa di S. Paolo Apostolo in piazza Romita al quartiere San Paolo di Bari (ingresso libero). La serata si apre con l’esecuzione di Euryanthe, ouverture op. 81, J. 291 di Carl Maria Von Weber (1786 - 1826). Opera romantica “Euryanthe” si basa su un libretto di Helmina von Chézy, a sua volta ispirato al romanzo del XIII secolo “L’Histoire de Gérard de Nevers”. Si tratta della penultima opera composta dall’autore, che la diresse in prima esecuzione il 25 ottobre del 1823 a Vienna. A dispetto dell’oblio in cui quest’opera è caduta, l’ouverture è invece rimasta abbastanza eseguita, entrando a far parte del repertorio sinfonico. Sarà, poi, la volta del Concerto n. 1 in la min. op 33 per violoncello e orchestra di Camille Saint Saens (1835 – 1921). La prima esecuzione di questo concerto si tenne il 19 gennaio del 1873 al Conservatorio di Parigi, all’epoca considerato una vera e propria roccaforte della tradizione: non a caso, sino a quel momento, vi era stata eseguita solo musica dei grandi maestri del passato. E il fatto che vi fosse stata inclusa la composizione di un autore vivente, rende bene l’idea della considerazione nella quale era tenuto Saint Saens. Il concerto si chiude con la Sinfonia in mi bemolle maggiore n. 103 “Rullo di tamburo” di Franz Joseph Haydn (1732 – 1809). Questa sinfonia venne eseguita per la prima volta il 2 marzo del 1795 a Londra. Il suo nome deriva dal rullo di tamburo che apre l’Adagio e che, in un certo senso, può essere definito l’incipit più strano e particolare di tutta la letteratura sinfonica.
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