blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

martedì, ottobre 09, 2007

Petizione dei musicisti per la giusta riforma dell'ENPALS

Alcuni amici musicisti da varie parti d’Italia mi chiedono di pubblicare nel blog questa sacrosanta petizione in modo da darle l'ulteriore necessaria visibilità. Raccolgo l’invito e la riporto integralmente qui di seguito: “Al Presidente della Repubblica> Al Presidente del Consiglio dei Ministri> Al Ministero delle Finanze> Al Ministero dei Beni Culturali> > Gentile Presidente,> Le scriviamo per segnalarLe una gravissima ingiustizia tributaria> che da molti anni si perpetua ai danni dei musicisti che – come noi> – esercitano la loro professione nell'attività concertistica.> Per ogni concerto tenuto in Italia, la legge ci obbliga a versare> all'Enpals una percentuale del nostro cachet, e anche gli enti> organizzatori devono pagare un'ulteriore quota. In totale, per ogni> nostro concerto viene versato all'Enpals più del 30% del nostro> cachet, ma, in pratica, nessuno di noi avrà mai diritto alla> pensione da parte dell'Enpals.> Infatti, la legge prevede che la pensione per la nostra categoria> professionale venga erogata dopo almeno 20 anni di contributi, e> per raggiungere un anno occorrono 120 giornate lavorative. Poichè> generalmente un concerto viene conteggiato come una giornata> contributiva, per raggiungere un anno di contributi sarebbero> necessari circa 120 concerti effettuati in Italia con regolari> contributi versati. Per raggiungere la quota necessaria per la> pensione, ossia 20 anni, sono quindi necessari 2400 concerti> effettuati in Italia: un traguardo che nella storia della Repubbica> Italiana forse nessun concertista classico è mai riuscito a> raggiungere. Infatti la nostra professione prevede che i concerti> siano preceduti da un lungo periodo di preparazione (che l'Enpals> evidentemente ignora), e per di più molti di noi svolgono la> propria attività principalmente all'estero, la quale si solito non> rientra nei conteggi Enpals.> Noi versiamo ogni anno all'Enpals molto di più delle trattenute> previdenziali di gran parte degli impiegati statali, e, se la legge> non cambia, non solo non avremo mai la pensione pubblica, ma> neanche ci verrà restituita l'enorme cifra versata invano. Alcuni> di noi hanno chiamato il call center dell'Enpals per chiedere> chiarimenti, e ci è stato confermato quanto sopra, e addirittura> gli stessi impiegati Enpals ci hanno suggerito di provvedere in> proprio ad una pensione privata, visto che altrimenti resteremo> senza.> Questa è solo una delle varie ingiustizie che subiamo da parte del> Fisco italiano: tra Enpals, ritenuta d'acconto, Iva e altre> trattenute, più del 60% dei nostri cachet è versato in tasse. E,> sia all'estero che in Italia, spesso costiamo agli organizzatori> molto di più dei nostri colleghi stranieri, i quali godono di molte> agevolazioni che a noi non sono concesse.> Chiediamo, dunque, le seguenti modifiche alla normativa che regola> la tassazione della nostra attività:> - L'abolizione del limite minimo di 120 giornate contributive> annuali per ottenere il diritto alla pensione. La pensione, come> già avviene nella maggior parte degli altri paesi europei, deve> essere proporzionale alla somme versate all'Enpals, e indipendente> dal numero di giornate contributive.> - L'introduzione di un regime fiscale speciale per i musicisti> professionisti, che tenga conto delle caratteristiche essenziali> della produzione del reddito; la possibilità di ottenere il modulo> E 101, come per i nostri colleghi stranieri; il recupero totale> delle tasse pagate all'estero; l'introduzione di meccanismi di> detrazione fiscale degli oneri sostenuti, quali le spese di> trasferimento e soggiorno.> La ringraziamo per la Sua preziosa considerazione, augurandoci che> con il Suo aiuto sia possibile risolvere al più presto questa> paradossale situazione, che per molti versi è contraria ai principi> della Costituzione Italiana.>
PER FIRMARE ANDATE QUI: http://www.petitiononline.com/enpals/

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