blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli

giovedì, ottobre 11, 2007

Un omaggio alla toccante liederistica brahmsiana dall'associazione Musica Rara di Milano

Domenica 14 ottobre (alle 16.00), presso la Sagrestia del Bramante in via Caradosso, 1 a Milano, si terrà per la stagione dell'Associazione Musica Rara un concerto per canto e pianoforte. In programma il ciclo "Die schöne Magelone" op. 33 di Brahms eseguito da Stefania Donzelli (soprano) - Giacomo Rocchetti (pianoforte) e Claudio Raimondo (voce recitante). Le “romanze” da “La bella Magelone” di Tieck che formano l’op. 33 di Johannes Brahms sono una singolare composizione che spicca non solo nell’insieme della produzione dell’ autore ma anche nel panorama del Lied romantico. Si tratta di l5 canti, o “romanze”, che musicano altrettante poesie inserite nella narrazione in prosa de “La meravigliosa storia d’amore della bella Magelone e del conte Pietro di Provenza” di Ludwig Tieck (1773-1853), poeta, scrittore e drammaturgo tedesco, uno dei fondatori del Romanticismo. La fonte letteraria della fiaba, o leggenda, ripresa da Tieck, risale ad un poema francese del XII secolo che narra l’amore di Pietro di Provenza e della bella Magelone figlia del re di Napoli, la loro fuga nei boschi e le successive drammatiche vicissitudini (tempeste di mare, prigionia fra gli infedeli su nave saracena, rifugi in capanne solitarie) fino al gioioso “happy end” che li vede sposi felici. Brahms conosceva e prediligeva la leggenda fin dall’infanzia e quando ne lesse la versione di Tieck, rimase colpito dall’ incantevole clima della narrazione che esaltava sentimenti puri e primitivi nella cornice squisitamente romantica di una natura fiabesca e sognante, che già suggeriva accenni musicali. Decise quindi di musicare 15 delle 18 poesie con le quali Tieck aveva marcato i punti salienti della vicenda e iniziò la composizione durante un soggiorno in casa di Robert e Clara Schumann a Münster am Stein, portandola a termine dopo la morte di Schumann, fra il 1861 e il 1869. Dedicò il ciclo al baritono Julius Stockhausen, suo grande interprete ed amico, e con lui ne eseguì in pubblico la prima serie ad Amburgo il 4 aprile 1862. Pietro di Provenza spicca quale protagonista assoluto del racconto e i suoi canti sono l’espressione di stati d’animo e reazioni alle drammatiche vicende via via affrontate. La serie delle romanze ha senso solo se inquadrate nel corso della narrazione, perché ognuna di esse esprime e rappresenta musicalmente una scena o un momento psicologico del personaggio. Brahms, che non scrisse mai per il teatro, crea tuttavia qui scene lirico-drammatiche per un teatro virtuale per la cui piena comprensione è essenziale il collegamento con la recitazione di un testo narrativo di sintesi. Le caratteristiche singolari di questa composizione musicale hanno forse contribuito alla sua finora rarissima esecuzione nelle sale da concerto italiane e siamo quindi particolarmente lieti ed orgogliosi di presentare al pubblico milanese un capolavoro maturo e originalissimo del grande Brahms. Infotel: 02.4232784 / e-mail: mrara@tin.it

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