Esaltante Tenan con i Cameristi a Bari

blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli
Con la presente Vi segnaliamo l'evento che si terrà a Gallarate il 26 gennaio 2007.Cordiali saluti.www.lucianochailly.com Per informazioni e prenotazioniBiglietteria Teatro del Popolo – via Palestro 5 – 0331 784140da lunedì a venerdì dalle h. 11 alle h. 14 e dalle h. 17 alle h. 19 ORCHESTRA CAMERATA DEI LAGHI in L’AUMENTO - opera da camera in una atto -PROCEDURA PENALE - opera buffa in un atto da due libretti di Dino Buzzati con musiche di Luciano Chailly Direttore: Sandro Pignataro. Regia Lisa Nava Scenografie e costumi: Isabella Lazzaretto. Sarta di scena: Monica Antonetti. Maestri collaboratori: Roberto Mingarini e Diego Mingolla. Consulenza e gestione tecnica: Rosario Di Franco. Realizzazione luci: Marco Rampolli: Coordinamento tecnico-artistico Angela Gaiazzi 26 gennaio 2007 ore 21 Teatro Condominio Vittorio GassmanL’AUMENTOAnno di composizione 1995Prima rappresentazione assoluta in forma scenicaPersonaggie interpretiAda Anna Maria TuricchiGustavo Campanella Marcello NardisUsciere Alberto LuraghiCommendator Stragioni Davide RoccaVoce recitante Sonia GrandisL'impiegato Gustavo, incalzato dalla moglie Ada, decide di affrontare il direttore generale per ottenere un aumento di stipendio. Il funzionario però lo confonde: prima proponendogli una gratifica esagerata poi invischiandolo con ribalda dialettica nell'apocalittica (pre)visione di un possibile tracollo aziendale, prime vittime i dipendenti in vista. Molto meglio, per stare tranquilli, accettare una riduzione di salario: un vero consiglio da amico da cui congedarsi addirittura con gratitudine.PROCEDURA PENALE (1959) Personaggi e interpreti: (Contessa) Mauritia Delormes Gabriella Locatelli Donna Titti Stefanetti Maria Blasi Giandomenico, marito di Donna Titti Davide RoccaPaola Isoscele, amica Raffaela RaveccaDottor Polcévera, amico Marcello NardisLe due gemelle, lontane cugine Patrizia Bergolisse – Barbara Parriani“Procedura penale” racconta di un elegante party borghese durante il quale viene condotto un ferratissimo interrogatorio a un'invitata arrivando a "bollarla" come colpevole di un delitto. E i membri della famiglia che la ospitano si muteranno via via in accusatore, poliziotto, giudice, testimone a carico e così via. Finché all’epilogo, quando la condanna a morte sembra inevitabile e la concitazione del dialogo e della musica ha raggiunto il massimo, tutto il funesto incanto si rompe e, senza soluzione di continuità riprende, come se nulla fosse accaduto, il banale tranquillo dialogo iniziale. A ogni personaggio Chailly associò uno strumento, dal flauto al saxofono, dal violoncello al contrabbasso, ai timpani.Dino Buzzati,nato nel 1906 a San Pellegrino, vicino Belluno, da unafamiglia dell'agiata borghesia, nel 1928, entra, come cronista, al «Corriere della Sera», giornale che non abbandonerà fino alla fine dei suoi giorni. Nel 1933 pubblica il suo primo romanzo Bàrnabo delle montagne. Due anni dopo viene dato alla stampa Il segreto del Bosco Vecchio,favola vagamente allegorica. Nel 1939, il giornale lo manda in Etiopia, come inviato speciale: un anno più tardi, Buzzati pubblica quello che viene considerato il suo capolavoro narrativo: Il deserto dei Tartari.Nel 1942 pubblica I sette messaggeri,una raccolta di novelle che comprende Sette piani.È la volta, nel 1945, della favola per bambini La famosa invasione degli orsi in Siciliae de Il libro delle pipedopo i quali, per ben quindici anni, Dino Buzzati scriverà solo racconti, opere letterarie, libretti teatrali, divagazioni diaristiche. Nel 1958 vince il Premio Strega con il libro Sessanta racconti.Nel 1963 pubblicherà Un amore. Nel 1965 esce Il capitano Pic e altre poesie,prima esperienza poetica di Buzzati.Luciano Chailly,autore di lavori teatrali, sinfonici e cameristici, si è diplomato in violino a Ferrara nel 1941, ed in composizione a Milano nel 1945; si è inoltre laureato in Lettere presso l’Università di Bologna nel 1943. Nel 1948 seguì un corso di perfezionamento a Salisburgo con Paul Hindemith. Dal 1951 al 1967 è stato impegnato presso la RAI, in qualità di consulente e programmista, mentre in seguito ha svolto attività di direttore artistico presso vari enti lirici italiani, tra cui il Teatro alla Scala di Milano (dal 1968 al 1971), l’Arena di Verona (dal 1975 al 1976) e il Teatro Carlo Felice di Genova dal 1983 al 1985; ha inoltre svolto attività di critico musicale e di docente di composizione presso diversi conservatori italiani (Milano, Perugina, Cremona, ecc.).Nel 1954 ha iniziato un importante sodalizio con lo scrittore Dino Buzzati, con le quattro opere: Ferrovia sopraelevatanel 1955, Procedura penalenel 1959, Era proibitonel 1963, il postumo L’aumento( 1995). Procedura penalee' considerato il piu' bel libretto d'opera scritto da Buzzati, e l'opera piu' riuscita dei due.Buzzati e ChaillyEstratti da «Luciano Chailly, Buzzati in musica. L’opera italiana nel dopoguerra, Eda, Torino, 1987»L’incontro sicuramente più importante della mia vita (anzi per la mia vita) fu quello che avvenne nel 1954 con Dino Buzzati in un ristorante di Milano [...]. Chi volle combinare quella cena fu Connie Ricono, traduttrice ed agente teatrale, la quale si era messa in mente che i nostri due emisferi artistici avrebbero potuto combaciare. (Evidentemente non si era sbagliata, se lo stesso Buzzati mi avrebbe scritto nella sua penultima lettera, diciassette anni dopo quell’incontro: «L’esperienza ci ha fatto capire che i nostri due temperamenti erano destinati ad andare straordinariamente d’accordo»). […] Fu solo al momento di salutarci che Buzzati accennò - senza darvi peso - che voleva farmi vedere (non si sa mai...) un suo libretto d’opera: «Ferrovia soprelevata». Era il primo libretto per musica di Buzzati […].Nello stesso anno della prima [«La riva delle Sirti»] di Montecarlo mi ripresentai alla ribalta con Dino Buzzati a Villa Olmo in Como, in occasione del Festival ivi organizzato da Giulio Paternieri, strano personaggio del dopoguerra milanese, pieno di passioni, d’iniziative e di debiti. Sempre in deficit, ma sempre serafico, fiore all’occhiello: faceva rabbia e tenerezza. Paternieri aveva interpellato già un anno prima sei autori (tre scrittori e tre musicisti) per combinare tre accoppiate: Bacchelli-Bettinelli, Terron-De Banfield, Buzzati-Chailly. Avevamo accettato tutti di buon grado. Ma tra me e Buzzati non fu facile trovare subito un accordo per il soggetto. Io gli avevo chiesto, per andare sul sicuro, sulla garanzia di una matrice precostituita e collaudata, di ricavare il libretto da uno dei suoi racconti. Ma lui arricciava il naso. Voleva cercare qualcosa di nuovo, un argomento ad hoc. […] Ad un certo momento mi propose la storia di un robot, che non mi andava a genio. Poi quella macabra di un vampiro, altro argomento che non mi solleticava affatto. Finché un bel giorno, all’inizio del 1959, mi vidi arrivare la lettera che mi presentava finalmente un soggetto stimolante. Entrando subito in argomento Buzzati mi faceva il riassunto dell’operina, anche se poi sarebbe stata un poco modificata. Il titolo - con riferimento poliziesco - doveva essere «Quarto grado». Mi parve poco chiaro, aveva qualcosa di alpinistico. Fu cambiato in «Una tazza di the». Ma a quel tempo c’era in circolazione, e con successo, la pièce lirica di Gino Negri che portava un titolo simile: «Il the delle tre». Si finì per scegliere ««Procedura penale»». Ecco il soggetto, secondo il testo della lettera: «Caro Luciano, siamo in una casa elegante, borghese, si parla del più e del meno, le solite cretinate (potrebbe essere anche un pranzo, o un cocktail party). Poi ecco arriva l’invitata, ma potrebbe essere l’invitato. Convenevoli, eccetera. La fatua conversazione prosegue. Sennonché a un certo punto all’invitata fanno una domandina apparentemente indifferente, e poi un’altra e poi un’altra. In breve, con progressione che stringerà sempre più i tempi, l’invitata subisce un interrogatorio serratissimo dal quale lei risulterà colpevole di un orribile delitto. E i membri della famiglia che la ospitano si muteranno via via in accusatore, poliziotto, giudice, testimonio a carico e così via. Finché nell’epilogo, quando la condanna a morte sembra inevitabile, e la concitazione del dialogo e della musica ha raggiunto il massimo, tutto il funesto incanto si rompe e, senza soluzione di continuità riprende, come se nulla fosse accaduto, il banale tranquillo dialogo iniziale. Risorse di dialogo rare, che si prestano a macchinazioni musicali straordinarie. NON DIRMI DI NO! Pochi personaggi. Direi cinque o sei. Coretto, se ti interessa, eventuale. Sono sicuro che potremo far tenere il fiato alla gente, e senza cattiveria. Il tema è semplicissimo, e si presta a tutte le variazioni che a te eventualmente piacessero. Desidero un cenno di risposta. Lascia stare gli altri eventuali soggetti. Ciao. Grazie. Affettuosamente. Il copione finito te lo darei il giorno 20 febbraio. Tuo Dino». Gli detti subito il via ed il copione mi arrivò poco dopo la data promessa, con una lettera di accompagnamento che rifletteva la sua signorilità, la sua modestia ed il rispetto enorme ch’egli aveva per i desideri e per le opinioni altrui, ciò che rendeva ideale ogni forma di convivenza e di collaborazione con lui. […] Lessi il libretto tutto d’un fiato e mi venne indosso una grande allegrezza. Capii subito che quel tipo di umorismo mi avrebbe dato scioltezza all’invenzione e vivacità alla fantasia. Non si trattava, intendiamoci, di facile comicità: era un umorismo sottile, un poco alla Ionesco, in altri termini una forma di moralismo. Anzi, Buzzati conosceva di certo, dopo il grande successo internazionale, «La cantatrice calva»; e «Procedura penale», per volontà o per caso, si rifaceva a quel modello di ricamo psicologico e di scalfittura sociale. Composi l’opera ad una velocità vertiginosa, senza alcuna preordinazione seriale o strutturale, ma lasciandomi trasportare dalla vena con la costante volontà di evidenziare ed assecondare il senso dell’azione. Mi preoccupai soltanto di fissare precedentemente, come avevo fatto nella «Domanda di matrimonio», la simbiosi degli strumenti del piccolo organico con ciascuno dei personaggi della vicenda. Da un punto di vista estetico la cosa più delicata di «Procedura penale» fu quella di mantenere il piglio (e il cipiglio) del processo nel clima del divertimento, senza dare l’impressione di una bordata verso il drammatico vero e proprio, ciò che avrebbe svisato il significato del «giuoco della verità» prima del ritorno alla normalità, quando i personaggi riprendono la loro fatua conversazione salottiera in una luce questa volta falsa, da acquario, su rallentamenti ritmici rispetto all’inizio e con movenze da tableaux-vivants, perché ormai censurati dalla nostra analisi critica. Nata con disinvoltura, senza pretese di messaggio, per un teatrino della capienza massima di cento persone, l’operina fu giudicata dall’ambiente intellettuale, dai musicisti e dai critici concordi (non uno escluso) il mio migliore risultato teatrale. […] L’opera fu allestita con classe. Scene e costumi, di gusto finissimo ed essenziali, erano dello stesso Buzzati.
Partirà con il Duo Abbate-Molè il ciclo di appuntamenti organizzati dalla Fondazione Concerti “N. Piccinni” di Bari, nei mesi di gennaio e febbraio. Il Duo Gianluca Abbate (pianoforte) e Sebastiano Molè (flauto) si esibirà sabato 20 gennaio (alle 21.00), presso il Teatro Comunale Van Westerhout di Mola di Bari. In programma: Sonata di G. Donizetti, Fantasia op.79 di G. Faurè, Fantasia Pastorale Ungherese di F. Doppler, Sonata di P. Hindemith e Fantasia Brillante sulla Carmen di Bizet di F. Borne. Il Duo Abbate-Molè, costituitosi nel 2000 con l’ intento di riscoprire e promuovere il repertorio cameristico virtuosistico per flauto e pianoforte, ha già al suo attivo numerosi concerti, tenuti per importanti associazioni in tutta Italia; nel 2005 sono risultati vincitori del “Premio Vicky Music” della Casa Musicale Curci al Concorso Musicale di Caccamo, come miglior duo strumentale nella sezione musica da camera. Sempre più richiesti presso le associazioni musicali nazionali, grazie anche al loro vastissimo repertorio, che va dal barocco al ‘900, attualmente stanno preparando l’ incisione di due CD. Il costo del biglietto per ogni singola manifestazione è di E. 15.00 (ordinario), E. 10.00 (ridotto) e E. 7.00 (ridotto speciale Conservatorio e Amici Fondazione). Infotel 080.55.86.906 / 335.57.07.272
Concerto straordinario di Alberto Veronesi dedicato alle associazioni di volontariato. Appuntamento a Bologna, questa sera (alle 20.30) al Teatro Manzoni, via de’ Monari 1/2 . Poi la Deutsche Grammophon ne farà un’incisione con Placido Domingo. Il Teatro Comunale di Bologna rappresenta un esempio di ricerca vitale di nuove strade, culturali e organizzative, per nuove relazioni del teatro d’Opera con vecchi e nuovi pubblici. Un esempio è l’iniziativa ‘Bologna all’Opera per la solidarietà’, dedicata alle associazioni di volontariato, avviata nel 2006, e che prosegue ora con un concerto straordinario di Alberto Veronesi, giovedì 18 gennaio 07, con l’orchestra del Comunale e il tenore Stefano Secco. I titoli: La nuit de Mai, di Ruggero Leoncavallo, e Vetrate di chiesa, di Ottorino Respighi. L’appuntamento è al Teatro Manzoni, via dé Monari ½, ore 20,30 (call center 199107070). Le associazioni aderenti al progetto sono: FANEP, Ass.ne Famiglie Neurologia Pediatrica, AIRC, Ass.ne Italiana per la Ricerca sul Cancro, ANT, Ass.ne Naz. Tumori, AGEOP, Ass.ne Genitori Ematologia Oncologica Pediatrica, Telefono Azzurro, IDEA, Istituto per la ricerca e la prevenzione della Depressione e dell'Ansia, AIL, Ass.ne Italiana contro le leucemie - linfomi e mieloma, Croce Rossa Italiana, Fondaz. Hospice Seragnoli. A loro saranno riservati 20 biglietti omaggio, i rimanenti saranno venduti alla cifra simbolica di 1 euro. Un riconoscimento importante all’impegno del teatro bolognese è già venuto proprio dalla Deutsche Grammophon, una tra le etichette più prestigiose nel panorama mondiale della musica classica: la casa discografica utilizzerà, infatti, l’orchestra del Teatro Comunale di Bologna per incidere insieme a Placido Domingo uno dei brani del concerto.
“Nel giorno di Toscanini, l’Opera di Roma guarda Salome. “Guarda” perché alla vigilia dell’apertura della stagione che avverrà stasera, non si parla di altro che del doppio nudo di donna offerto alla platea.” Questo è l’incipit del pezzo apparso sul Corriere della Sera di oggi per l’odierna inaugurazione del Costanzi con la Salome di Richard Strauss nella nuova regia di Giorgio Albertazzi. Il bel pezzo di Valerio Cappelli è completato da due pruriginose foto delle “due” Salome nude in scena. Sicuramente, sarà probabilmente più un “bel vedere” che un “bell’ascoltare”, ma da giorni si fa la coda ai botteghini per ammirare, tra l’altro le imperiali natiche (pare già apprezzate in passato) della signora Francesca Patanè e il seno forse meno imperiale, ma comunque degno di nota, della signora Maruska Albertazzi (nessuna parentela con il regista). Ecco, signori miei, quando l’opera fa…notizia e gola sui giornali. Dopo i superbi glutei di Bolle e gli abbandoni plateali di Alagna per l’Aida scaligera, a Roma doppio nudo straussiano live. Dirige - per quanto possa interessare chi vede più che ascoltare – Günter Nehuold, subentrato all’indisposto Alain Lombard. Infotel. 06.481601.
La stagione musicale del Nuovo Teatro Comunale di Monfalcone prosegue, mercoledì 17 gennaio, alle ore 20.45, con l’atteso concerto della pianista Angela Hewitt, che torna ad esibirsi a Monfalcone dopo avere riscosso un grandissimo successo, nel corso della passata stagione, con la straordinaria interpretazione del primo libro di Das wohltemperirte Klavier di Johann Sebastian Bach, vero e proprio caposaldo della letteratura della musica occidentale che ha guidato sul cammino dell’arte decine di generazioni di musicisti, dai giovani Mendelssohn, Chopin e Liszt fino agli allievi dei Conservatori d’oggi. Ed è ancora l’opera ed il genio di Bach a caratterizzare l’appuntamento con la grande pianista canadese, protagonista di un concerto tutto dedicato alla musica del maestro di Lipsia. Il programma della serata, infatti, prevede l’esecuzione dei primi dodici preludi e fughe (1 – 6 e 7 – 12) del secondo libro del Clavicembalo ben temperato, separati fra loro dall’interpretazione di Fantasia cromatica e Fuga in re minore (BWV 905); a chiudere la serata, il Concerto italiano in fa maggiore (BWV 971). Dietro gli apparentemente semplici propositi di Bach, che compone il Clavicembalo “per l'uso e il godimento di tutti i giovani musicisti desiderosi di imparare e in particolar modo per lo svago di quanti sono già abili in questi studi", si cela in realtà un monumento fondamentale di tutta la storia della musica che consacra definitivamente e formalmente quel sistema di scale maggiori e minori con le loro specifiche relazioni su cui si costruisce tutta la musica occidentale fino al Novecento inoltrato. La grandezza della costruzione delle frasi, la precisione contrappuntistica, la perfetta architettura costruttiva rendono questa opera una sorta di trattato universale che concilia la modernità dell’impianto teorico con l’apice dell’affinamento delle tecniche compositive seicentesche, confermando una volta di più l’assolutezza del genio bachiano. Ad impreziosire ulteriormente l’esecuzione dei dodici preludi e fughe del secondo libro del Clavicembalo e delle altre straordinarie costruzioni bachiane in programma, la tecnica prodigiosa, l’intensità, la purezza e l’ineguagliabile classe della pianista canadese. Angela Hewitt si è contraddistinta sulla scena internazionale negli ultimi anni anche grazie alle sue superbe registrazioni per Hyperion. Il suo progetto decennale di registrare tutte le opere principali di Bach è stato descritto come “una delle registrazioni più importanti dei nostri tempi” ed ha ottenuto un grande seguito. Viene considerata “la principale interprete di Bach” (The Guardian) e “niente di meno che la pianista che caratterizzerà le esibizioni pianistiche di Bach negli anni a venire” (Stereophile). Vanta un repertorio molto vasto, che spazia da Couperin fino alla musica contemporanea, e la sua discografia include anche registrazioni di Granados, Olivier Messiaen, le opere complete per pianoforte solo di Ravel e, più recentemente, i Notturni di Chopin. Nata in una famiglia di musicisti (il padre era l’organista della Cattedrale di Ottawa), la Hewitt ha iniziato gli studi del pianoforte all’età di tre anni, esibendosi in pubblico a quattro anni e vincendo una borsa di studio solo un anno dopo. All’età di nove anni ha tenuto il suo primo recital al Royal Conservatory di Toronto, dove ha anche compiuto i suoi studi, completati con il pianista francese Jean-Paul Sévilla all’Università di Ottawa. Si è esibita in Nord America, Europa, Giappone, Australia, Cina, Messico e nell’ex Unione Sovietica. Eventi della passata stagione includono la prima mondiale del Concerto per Pianoforte di Dominic Muldowney con la BBC Symphony Orchestra, il suo debutto al Concertgebouw, tournée con l’Australian Chamber Orchestra e recital per la Cleveland Orchestra, la Gulbenkian Foundation di Lisbona e il Festival di Edimburgo, per citarne soltanto alcuni. Ha vinto il Primo Premio al Concorso Viotti nel 1978 ed ha ottenuto riconoscimenti ai Concorsi Internazionali Bach di Lipsia e Washington così come al Concorso Schumann di Zwickau, al Concorso Casadesus di Cleveland ed al Concorso Dino Ciani alla Scala di Milano. Nel 1985 ha vinto il Concorso Internazionale Bach di Toronto. Prevendita Biglietti c/o Biglietteria del Teatro, dal lunedì al sabato, dalle 17 alle 19. Prenotazione telefonica Chi risiede fuori Monfalcone può prenotare telefonicamente (tel. 0481 790 470, dal lunedì al sabato, dalle 17 alle 19) al massimo due posti, a partire dal secondo giorno di prevendita (informazioni più dettagliate sul sito del Teatro). Acquisto on line Prenotazione e acquisto, tramite carta di credito, sul sito www.greenticket.it.