Il cappello di paglia di Firenze di Rota prossimamente a Bari
blog di informazione e critica musicale a cura di Alessandro Romanelli
Laboratorio internazionale sulla musica vocale sacra del Medioevo: scadranno il 5 marzo 2007 le iscrizioni per il corso sulla Messa di Notre Dame di Guillaume de Machaut organizzato da Aliamusica. Il corso, che prevede 5 incontri, da Marzo a Dicembre 2007, per un totale di oltre 150 ore di lavoro, si terrà a Fontevivo (Parma).Al termine del corso la messa di Machaut verrà eseguita in un concerto pubblico. Il calendario completo e ulteriori informazioni sul corso sono disponibili alla pagina http://www.aliamusica.net/corsoreverdie/machaut2007.htm
“Quando vado a teatro, vesto sempre di viola. Scaramantica? No, semplicemente nata di venerdì 17.” Isella Marzocchi (nella foto) è prima di tutto una donna simpatica, intelligente e dotata di quel pizzico di autoironia che non guasta mai nella vita. Giornalista pubblicista, ha frequentato l’Università di Bologna (corso di laurea in lingue presso la facoltà di lettere e filosofia) e ha collaborato con diverse testate nazionali. E’ stata, inoltre, responsabile delle pubbliche relazioni di diverse compagnie teatrali, curando l’ufficio stampa di numerosi eventi. Per tre anni ha fatto parte, per esempio, dell’Ufficio Stampa del Sundance Film Festival a Salt Lake City (Usa), la celebre rassegna del cinema indipendente ideata e diretta dal grande attore americano Robert Redford. Attualmente ricopre l’incarico di responsabile della comunicazione della modenese “Studiomusica – Artists & Events Management”, che dal 2000 si occupa della promozione e della gestione dell’attività concertistica di circa duecento artisti, sviluppando e coordinando parallelamente progetti speciali e discografici, consulenze, uffici stampa e pianificazioni pubblicitarie per artisti, festivals, rassegne, teatri e organizzatori di eventi e congressi. Ho contattato Isella ed è venuta fuori, conversando al telefono per una buona mezz’ora, questa intervista che di seguito vi propongo. Come nasce il tuo amore per la musica? “E’ un amore che in verità ho riscoperto da pochi anni. Da ragazzina ho studiato in prevalenza il pianoforte. L'ho fatto per quasi dieci anni, senza però raggiungere l’agognato diploma. Ho sempre adorato nel mondo teatrale e musicale il cosiddetto dietro le quinte. Da bambina accompagnavo spesso mio padre, grande melomane, a teatro; papà era molto amico dell’allora Sovrintendente del Comunale di Bologna. Così spesso mi capitava di vedere giorno per giorno il progressivo montaggio di uno spettacolo, luci, costumi, scene; seguivo, quando avevo la possibilità, con mio sommo divertimento le prove d’orchestra e d’assieme con i cantanti.” Parlami un po’ del tuo lavoro. E’ vero che sei impegnata praticamente 24 ore al giorno? “Sì in effetti è così. La mia reperibilità, almeno sulla carta è questa, anche se naturalmente non ci sono canonici orari d’ufficio; infatti, la mia giornata lavorativa è abbastanza elastica e dinamica. Un lavoro mentalmente faticoso, ma anche appassionante. Guai se non lo fosse. Ci sono non meno di 600 concerti e allestimenti l'anno da organizzare e bisogna pensare ai circa 200 artisti che gravitano intorno a Studiomusica.” Che consigli daresti ad un giovane che volesse intraprendere un’attività del genere? “Sono sempre stata molto scettica sulla preparazione teorica e tecnica di questo lavoro. Credo invece fermamente nella curiosità dell’individuo, nella voglia di mettersi in gioco direttamente sul campo, cercando di esprimere al meglio le proprie potenzialità lavorative. La capacità di esporsi e di essere sempre presenti al momento giusto. Non deve poi mai mancare una grande passione. Passione che non dovrebbe mancare, secondo me, in qualunque lavoro si affronti nella vita.” Idee e progetti per il futuro? “Ci sono splendide collaborazioni in atto. Stiamo per esempio lavorando, qui a Studiomusica, ad una nuova Opera Musical del grande maestro Riz Ortolani. S’intitola “Il principe della gioventù”, su testi di Ugo Chiti, mentre regia, scene e costumi dell’allestimento saranno affidati a Pierluigi Pizzi. L’evento è previsto il 4, 5 e 6 settembre prossimo al Teatro La Fenice di Venezia. Ti segnalo inoltre, sempre quest’anno, l’organizzazione della tournèe europea dell’Orchestra Giovanile Italiana.” E di più personale? “Un giorno mi piacerebbe aprire un’agenzia tutta mia. Ci penso già da un po’ di tempo. Chissà…Vedremo!” Puoi regalare a me e ai naviganti dell'orecchio di Dioniso una tua riflessione sullo stato attuale della musica in Italia e sugli ipotetici scenari futuri che ci aspettano? "Fermandosi a riflettere sui “futuri possibili” del mondo musicale italiano, credo di non dire nulla di nuovo sottolineando l'inaridimento culturale, oltre che musicale nello specifico, del nostro paese. E' una situazione nota, deplorevole certo, ma ciò che è peggio del tutto stagnante. In realtà siamo di fronte ad un'assenza di stimoli e proposte. Troppe paure annullano la volontà necessaria a scommettere, rilanciare e vedere con occhi nuovi quello che in sostanza è una risorsa, un mercato. E come ogni mercato rappresenta opportunità - di scambio, visibilità, lavoro (di posizioni ce ne sono una varietà: organizzative, amministrative, logistiche, produttive, legate alla comunicazione...), in una parola commerciali. Qualcuno, a dirla tutta sono in molti, al solo pensiero inorridisce. Lo trovo un atteggiamento anacronistico che non aggiunge nulla, anzi toglie moltissimo, alla musica. L'onestà intellettuale di un'opera, di un'esecuzione è altro. Dare il massimo perché il pubblico avverta l'esigenza di assistere a questo o qual concerto, si abboni a una stagione o scelga l'interprete e l'occasione che preferisce per ascoltarlo attraverso formule che vanno di pari passo con i tempi in modo da raggiungere un pubblico sempre più vasto dovrebbe essere un dovere di ogni organizzatore. Avete mai provato a sedervi in fondo a una sala da concerto? Sono la sola a vedere quella distesa di teste bianche? Non sarebbe forse il momento - ed è già tardi - di pensare a formare il pubblico di domani? L'alternativa, tanto reale quanto orribile, è che questo pubblico, altrimenti, non ci sia".
Tutto è pronto per l’evento musicale firmato Magna Grecia e realizzato in collaborazione con la Società Fornitura Impianti- Progema Impianti, in programma martedì 27 febbraio a partire dalle ore 21.00. Il Teatro Orfeo ospiterà il violinista Roby Lakatos (in foto) e il M° Maurizio Dini Ciacci. Lakatos è un musicista che non rientra in nessuna definizione specifica. E’ infatti violinista gitano, classico virtuoso, improvvisatore jazz, compositore e arrangiatore. Insomma, una figura d'interprete straordinariamente eclettica. L’Orchestra Magna Grecia sarà diretta dal M° M. Dini Ciacci, premiato più volte in concorsi pianistici nazionali ed internazionali, si dedica dal 1980 alla direzione d'orchestra ed in particolare alla musica moderna e contemporanea, soprattutto in seguito alla pluriennale collaborazione con Luciano Berio. In veste di direttore ha collaborato con artisti di fama presentando programmi articolati, senza limitazione di stili e tendenze. In programma un repertorio variegato arricchito dalle sonorità di Jeno Istvan Lisztes al cimbalom. Si potranno ascoltare - solo per citarne alcune - le composizioni di M. Glinka Russlan e Ludmilla – Ouverture, J. Hubay On the Waves of Lake Balaton, J. Bock Fiddler on the Roof - Suite, F. Liszt Rhapsodie Hongroise n° 2, B. Smetana Il Bacio - Ouverture, J. Williams Schindler's List ,V. Monti Csárdás e diverse danze tradizionali. Infotel: Orchestra della Magna Grecia Via Tirrenia, 4 - Taranto - tel 099 7304422.
Sarà una serata stimolante ed originale quella organizzata a Bari domani sera (Teatro Kursaal Santalucia, alle 20.45) dal Collegium Musicum di Rino Marrone (nella foto). “Riraccontare Verdi” è il titolo del concerto che si articolerà attraverso la rilettura del Rigoletto, sicuramente una delle opere più celebri del grande compositore di Busseto. Sarà eseguita sul capolavoro verdiano, prima una Parafrasi/Fantasia per due clarinetti di Benedetto Carulli e successivamente il Collegium Musicum, sempre sotto la guida di Rino Marrone, eseguirà il melologo di Michele Dall’Ongaro, compositore, pianista e conduttore radiofonico di RadioTre, “Gilda, mia Gilda (per non dire Rigoletto)” per voce recitante e archi su testo e drammaturgia di Vittorio Sermonti. Protagonista, quale voce recitante del melologo, sarà la nota attrice Sonia Bergamasco, che vanta esperienze precedenti con lavori analoghi di Schumann, Liszt e Wagner, oltre che di “cantattrice” nel ruolo di Donn’Elvira nell’opera di Azio Corghi, su testo di Josè Saramago “Il dissoluto impunito”, ispirato al mito immortale di Don Giovanni, andato in scena pochi mesi fa prima a Lisbona e poi alla Scala di Milano. Intanto, per il Collegium Musicum di Marrone si prospetta, a distanza di pochi giorni, ed esattamente il prossimo 4 marzo, un altro evento prestigioso. Sarà infatti protagonista dei "Concerti del Quirinale" (alle ore 11), che possono, tra l'altro, essere ascoltati in diretta su Rai - RadioTre, in un singolare omaggio alla grande Martha Graham. Infotel: 080/5227986 - 080/5246070.
Il Duo di clarinetto e pianoforte composto rispettivamente da Giambattista Ciliberti e Piero Rotolo (nella foto) si esibirà per l'Agimus di Mola di Bari al teatro van Westerhout il prossimo 25 febbraio (alle 21, infotel. 368.568412). In programma musiche di Rota, Rota/Cognazzo, Bassi-Giampieri /Verdi, Arnold e Templeton. Il suddetto Duo nasce a Bari attraverso la collaborazione dei due musicisti con lo scopo di dedicarsi alla diffusione del repertorio cameristico novecentesco oltre che del repertorio classico. Diplomati entrambi presso il Conservatorio di Musica “Piccinni” di Bari sotto la guida dei maestri Portino, Lupo, Campagnola, si sono poi perfezionati rispettivamente con Brymer, Mariozzi, Pay, Chiesa, Camicia, Wibronsky, Perry, Medori, Canino. Hanno al loro attivo affermazioni in campo nazionale ed internazionale avendo vinto borse di studio, concorsi solistici ed in formazione cameristica. I musicisti svolgono attività concertistica in Italia e all’Estero (Usa, Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Grecia, Malta, Austria, Marocco, Egitto, Romania, Polonia,Moldova,Bulgaria,India), hanno inciso per le case discografiche Fonit-Cetra, Warner Music, Bongiovanni, Rugginenti, Phoenix Classics, Enja Records, MusicaImmagine, ed effettuato registrazioni radiofoniche trasmesse da RAI, Radio Malta, Radio Vaticana, Radio Europa International, Radio Medi one, Radio SudwestFUNK ed altre emittenti radiotelevisive di Stato Italiane ed Estere. All’attività concertistica i due musicisti affiancano quella didattica per l’insegnamento dei rispettivi strumenti. Il programma proposto dal Duo Ciliberti - Rotolo si muove in maniera elastica e forse non "convenzionale" tra composizioni dell'800 e del 900 che, sebbene di diversa matrice stilistica, sono accomunate dal rifiuto di certo "sperimentalismo" di tipo tecnico - accademico e dalla ricerca di un linguaggio che antepone sempre (anche in presenza di mezzi espressivi non legati esclusivamente alla tradizione più diffusa) l' immediatezza comunicativa. Ecco allora che le pagine del Rota "serio" si alterneranno con quelle celeberrime delle colonne sonore, collegate a loro volta con lavori di inglesi del calibro di Arnold e Templeton, anche loro fecondi creatori di colonne sonore per il cinema. Naturale spartiacque sarà la "fantasia" verdiana sul Rigoletto, quasi ad evidenziare (anche) l'aspetto di un virtuosismo strumentale che l'epoca in questione propose in maniera sistematica e con esiti di grande favore presso il pubblico.
Lunedì 19 febbraio, alle ore 20,45, presso il Circolo Unione di Bari, e martedì 20 febbraio, alle ore 18,30, nel Salone degli Affreschi dell’Ateneo, sempre di Bari, si terrano, come di consueto, i due prossimi concerti dell’Accademia dei Cameristi. Chien-Ching Kuo (violino), Stefanie Waegner (violoncello) e Chia-Tyan Yang (pianoforte), protagonisti internazionali delle due serate, eseguiranno Trii di Beethoven, Shostakovich e Babadzhanian. I concerti suddetti rientrano in un progetto di collaborazione con l’Università della Musica e dello Spettacolo di Graz; quest’ultima in marzo ospiterà, a sua volta, nella nota città austriaca un Trio formato dall’Accademia dei Cameristi. Infotel .0805211587.
Mancano pochi giorni all'atteso concerto di Lucio Dalla (nella foto) con l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, tra gli eventi più significativi della programmazione 2007. Sabato 17 febbraio (alle 21.00) Dalla salirà sul palco del Teatroteam di Bari accompagnato dall’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari che, per l’occasione, si presenterà con un organico di 80 professori e sarà diretta dal maestro Leonardo Quadrini. Quella sinfonica non è un’esperienza completamente nuova per Dalla, già affrontata più volte sia con l’Ico tarantina della Magna Grecia che in tempi più recenti con la celebre Royal Philarmonic Orchestra di Londra, in un concerto a favore del FAI, tenutosi al Teatro degli Arcimboldi di Milano. “Ciò che non muta, è destinato a morire”. È lo stesso Lucio Dalla a spiegare, con questa breve battuta, il motivo che lo ha spinto a rileggere alcune delle proprie canzoni più note in una veste sinfonica. Perché se non c’è dubbio che la maggior parte dei suoi brani possa essere di buon diritto annoverata tra i classici della canzone italiana del Ventesimo secolo, gli arrangiamenti orchestrali finiscono per conferire loro una veste nuova, svelandone l’estrema raffinatezza melodica e valorizzandone ulteriormente le liriche. Il programma allestito ripercorrerà alcuni dei momenti più luminosi della carriera di Lucio Dalla che iniziò, si sa, nel 1964 grazie all’interessamento di un"certo" Gino Paoli. E non poteva che includere il celeberrimo “4 marzo 1943” che Dalla incise per la prima volta nel 1969 e che, peraltro, lo vide debuttare anche al Festival di Sanremo. Del 1971 è quindi il successo memorabile di “Piazza Grande”, mentre il decennio degli Anni ’70 viene concluso da altri due titoli di grande suggestione come “L’anno che verrà” e “Anna e Marco”, contenuti nell’album “Lucio Dalla” del 1979. Del 1980 e in particolare dall’album “Dalla”, sono tratte le canzoni “Futura” e “La sera dei miracoli”. Questo secondo decennio della carriera di Lucio Dalla viene quindi concluso dal suo brano forse più famoso nel mondo, quel “Caruso” tratto da “Dallamericaruso” del 1986, “consacrato” tra l’altro dall’interpretazione di Luciano Pavarotti. Altro grande successo, registrato nel 1990 e incluso nell’album “Cambio”, è quindi “Attenti al Lupo”, che può vantare il record di quasi 1.400.000 copie vendute in Italia. Record, peraltro, al quale si è avvicinato molto anche “Canzoni”, dal quale sono tratti “Tu che non mi basti mai” e “Canzone”, che nel 1996 ha superato 1.300.000 copie. Ancora, poi, troviamo “Henna”, dall’album omonimo del 1994 e “Amore disperato”, tratto da “Lucio”, del 2003, cui tocca rappresentare la produzione del nuovo millennio. Canzoni ormai diventate, per dirla all’americana, “evergreens”, sempreverdi appunto, come dimostra lo stesso, recentissimo album “12.000” lune, una ricchissima antologia dei più bei titoli di Lucio Dalla, capace di rievocare quarant’anni di storia della canzone italiana; una storia nella quale ogni ascoltatore può indubbiamente cogliere una miniera di ricordi personali. I biglietti per il concerto di sabato 17 febbraio sono ancora disponibili presso il botteghino del Teatroteam di Bari (Piazza Umberto, 35 – 37 Info: 080.5241504).
Va in scena stasera e domani al Teatroteam di Bari il musical “Alta Società” con la regia di Massimo Romeo Piparo. Protagonista dello spettacolo sarà la modella, attrice, conduttrice televisiva di successo e adesso anche cantante, Vanessa Incontrada (nella foto), che vestirà i panni di Tracy Samantha Lord, affascinante ereditiera resa immortale dall’interpretazione cinematografica di Grace Kelly, che proprio con il film tratto dal celebre musical di Cole Porter diede addio alla “sua” dorata Hollywood per diventare la moglie del principe Ranieri di Monaco. Impegnato oltre alla bellissima eclettica italo-spagnola un folto cast di cantanti, ballerini e attori. Info. 080.5210877 / 080.5241504.
Il capolavoro di Franz Lehár deve la sua incredibile fortuna a una serie di elementi che in corso di svolgimento si conciliano e si esaltano reciprocamente. Il denaro, l’amore, la gelosia e la fedeltà costituiscono, infatti, temi universali e al contempo usuali motivi d’ispirazione delle commedie buffe del Settecento. Henri Meilhac che scrive l’Attaché d’ambassade (1861), da cui poi Viktor Léon e Leo Stein trarranno circa quarant’anni dopo il materiale per il libretto della Vedova Allegra mette indirettamente a disposizione di Lehár un’innocua quanto bizzarra vicenda di amore ed eredità che passa tra intrecci ambigui e divertenti, ma certo più lineari e comprensibili se paragonati a quelli spesso arzigogolati dei singspiel tedeschi e delle opere buffe settecentesche di scuola napoletana. Insomma, i valzer, le polke, le mazurke, in salsa ungherese, dell’ex direttore di banda militare austro-ungarico, rivestono a meraviglia una storia divertente, a tratti intrisa di maliziosa sensualità, ma soprattutto rivissuta in uno spirito scintillante sempre in bilico tra la belle époque parigina, dov'è ambientata la vicenda dell'operetta, e la dolce vita viennese, nel momento in cui si stanno invece consumando gli ultimi sprazzi gioiosi di un impero in decadenza (nel 1905, anno della prima della Vedova a Vienna, la prima guerra mondiale è ormai imminente). A Bari, la Vedova Allegra, in versione italiana, è andata in scena venerdì scorso al Teatro Piccinni (foto di Vito Mastrolonardo) per la stagione della Fondazione Lirico Sinfonica "Petruzzelli e Teatri di Bari" in un allestimento della Fondazione Arena di Verona, con la regia di Gino Landi, ripresa qui da Maurizia Camilli, su scene di Ivan Stefanutti e costumi di Valentina Bazzucchi. L’Orchestra della Provincia di Bari e il Coro della Fondazione Petruzzelli erano diretti da Julian Kovatchev. Nei ruoli principali si alterneranno sino a martedì due differenti cast vocali. L’allestimento di Landi - e non poteva essere diversamente considerata la statura del regista – è di ottimo livello, tradizionale e ben curato. Peccato che al Piccinni, come ha ricordato lo stesso regista nel corso di un incontro all’Università di Bari, il palcoscenico sia un po’ angusto per scenografie così di ampio respiro e profondità, come sono appunto quelle elegantemente disegnate in perfetto stile liberty da Stefanutti. Eppure, nonostante una fase di eccessivo "traffico" nel primo atto (con coro e comparse che si spostavano un po' innaturalmente da un lato all’altro del palco), il resto è filato liscio e ha divertito la bravura complessiva dei numerosi cantanti e ballerini impegnati, tra cui spiccavano le squisite qualità vocali delle protagoniste femminili Chiara Taigi (Hanna Glavari) e dell’intramontabile Daniela Mazzuccato (Valencienne). Sul versante maschile, un po’ discontinui – vocalmente parlando - Alessandro Safina (Danilo) e Max Renè Cosotti (Camille de Rossillon). C’era poi molta curiosità per la prova del popolare cabarettista nostrano Uccio De Santis nel ruolo dell’impiegato Njegus. A parte qualche veniale incertezza, direi che è stato lui il vero mattatore della scena, regalando al folto pubblico presente, alcune felici e divertenti battute – talora, persino improvvisate al momento - in tipica…“salsa barese”. La direzione di Kovatchev, improntata ad un buon equilibrio tra voci e buca, prediligeva i nostalgici e languorosi abbandoni viennesi rispetto alle scatenate danze ungheresi o parigine (c’è persino l’inserimento voluto da Landi del celebre can-can di Offenbach) del secondo e del terzo atto. L’orchestra sollecitata da una guida così valida e autorevole, ha risposto con discreta compattezza. Bene il Coro della Fondazione preparato da Luigi Petrozziello e Donato Sivo. Una menzione particolare meritano, infine, i tre straordinari ballerini, Gianluca Bessi, Giovanna Gallorini e Nicola Mancini, impegnati nelle acrobatiche coreografie (più da musical, in verità, che da operetta) create da Landi e dalla sua fida assistente Cristina Arrò. Alla fine, successo calorosissimo e meritato per tutti.
Mi comunicano che martedì 13 febbraio (alle 18) il grande pianista Maurizio Pollini (nella foto) incontrerà appassionati e fans presso il negozio Fnac a Milano, in Via Torino. L’incontro nasce per celebrare il raggiungimento ormai prossimo del disco d’oro per l’incisione dei “Notturni” di Chopin, tuttora al 22° posto della classifica Nielsen dei dischi pop più venduti. Un successo senza precedenti negli ultimi trent’anni della musica classica. Il maestro Pollini parlerà brevemente insieme al musicologo e critico musicale Paolo Petazzi, rispondendo anche ad eventuali domande del pubblico; si tratterrà poi nel negozio per autografare le sue incisioni. Un suggerimento dal vostro blogger Romanelli: sarebbe oltremodo significativo se il maestro milanese "regalasse" la sua presenza in un breve tour, adeguatamente sponsorizzato, di presentazioni anche in altre città della penisola (in particolare, nel Mezzogiorno d’Italia) che da molti, troppi anni attendono trepidanti di poterlo vedere e (magari) ascoltare dal vivo.